Telefonia mobile, l'Antitrust rinvia il verdetto

Telefonia mobile, l'Antitrust rinvia il verdetto

Il Garante della Concorrenza concede a TIM, Vodafone e Wind altri cinque mesi prima di esprimersi sulla presunta violazione delle norme UE sulla concorrenza
Il Garante della Concorrenza concede a TIM, Vodafone e Wind altri cinque mesi prima di esprimersi sulla presunta violazione delle norme UE sulla concorrenza

15 febbraio 2007. È la nuova scadenza fissata dall’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato , che ha prorogato a tale data il termine di conclusione del procedimento che coinvolge TIM , Vodafone e Wind che (forse) resteranno sulla corda ancora per qualche mese.

Si tratta di un’ istruttoria aperta nel marzo 2005 in seguito ad un esposto che l’Antitrust ha ricevuto da alcune telco (Tele2, Trans World Communication Italia, Startel International, ReteItaly ed Elsacom) che hanno accusato i tre operatori mobili della presunta violazione degli articoli 81 e 82 (intesa e abuso di posizione dominante) del Trattato comunitario sull’accesso alle reti mobili.

In particolare, i tre operatori “avrebbero posto in essere abusi di posizione dominante nel mercato dell’accesso alle infrastrutture di rete mobile e nei mercati della terminazione su singole reti mobili, nonché intese nel mercato dell’accesso, nel mercato dei servizi finali di comunicazione mobile e nelle offerte commerciali all’utenza business”. Un contegno, tra l’altro, che avrebbe costituito un potente freno all’introduzione della figura del MVNO (l’operatore mobile virtuale) nel mercato italiano.

Secondo l’Antitrust, il nuovo rinvio si sarebbe reso necessario “allo scopo di garantire il pieno esercizio del diritto di difesa e la più ampia applicazione del principio del contraddittorio”.

L’Authority, in ogni caso, si è comunque premurata di occuparsi anche in questo periodo di pubblicità ingannevole relativa ad offerte di telefonia: è rimasta nel settore “mobile”, irrogando a Vodafone una multa pari a 53.600 euro per gli spot televisivi legati all’offerta “Vodafone Revolution”.

Sotto accusa, in particolare, la frase “con un euro al giorno, parli gratis con tutti… per sempre”, che non avrebbe lasciato intendere al pubblico le reali condizioni di un’offerta che, superati 1500 minuti di chiamate in un mese e il limite di 30 minuti di durata per ogni telefonata, prevede l’applicazione di una tariffa di 15 centesimi al minuto, oltre al costo mensile di 30 euro e uno scatto fisso alla risposta, sempre di 15 centesimi.

C’è da notare che la stessa Vodafone, però è stata anche graziata dal Garante per la concorrenza, che ha rigettato un’istanza di sospensione di alcuni messaggi pubblicitari legati all’offerta “Vodafone Broadband” relativa alla navigazione su Internet da cellulare. La presunta ingannevolezza di tali messaggi, ritenuta poi infondata, era stata segnalata all’Antitrust da TRE .

Dario Bonacina

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Pubblicato il
14 set 2006
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