Tempo previsto nel 2036: pioggia

Tempo previsto nel 2036: pioggia

Il Giappone sta per lanciare un ambizioso progetto per la previsione meteorologica a lungo raggio - fino a 30 anni. Il sistema sfrutterà uno dei supercomputer più veloci al mondo
Il Giappone sta per lanciare un ambizioso progetto per la previsione meteorologica a lungo raggio - fino a 30 anni. Il sistema sfrutterà uno dei supercomputer più veloci al mondo

Yokohama – Che tempo farà nel 2036? È possibile prevedere gli effetti che il processo di surriscaldamento globale avrà causato tra 300 anni? Gli scienziati del governo giapponese sperano di poter rispondere a questi interrogativi grazie ad un nuovo progetto per la previsione meteorologica, interamente basato sull’enorme potenza di calcolo dell’ Earth Simulator , uno tra i computer più veloci al mondo .

Gli specialisti inizieranno a lavorare su un modello matematico che a loro dire permetterà di eseguire previsioni fino ai prossimi 30 anni , con un certo grado di precisione: “Possiamo usare il supercomputer per capire quali zone del pianeta saranno più esposte a fenomeni atmosferici particolarmente pericolosi”, ha detto ad AP il responsabile dell’iniziativa Tomonori Otake.

Attraverso questi modelli si potrà capire l’entità di alcuni fenomeni scaturiti dall’interazione dei vari fattori atmosferici: pressione, temperatura dell’aria, correnti oceaniche. La presentazione del progetto, avvenuta a ridosso della fine di un disastroso tifone che ha colpito il sud-est asiatico, appare come una sorta di deus ex machina capace di ridurre il numero delle vittime causato dai fenomeni geoclimatici del continente.

La costruzione del nuovo centro di previsione meteorologica giapponese inizierà soltanto nel 2007 e peserà sulle casse dello stato per circa venti milioni di euro all’anno. “Non possiamo ancora dare percentuali d’affidabilità per le previsioni che verranno fatte con Earth Simulator”, ha specificato Otake: ad ogni modo, i ricercatori sperano di potersi dotare al più presto d’uno strumento “in grado di darci il tempo per pensare a contromisure in caso d’emergenza”.

In Italia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta lavorando ad un progetto altrettanto ambizioso che sfrutta architetture di calcolo a rete neurale per analizzare l’impatto dei cambiamenti climatici in corso sul nostro pianeta.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
20 lug 2006
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