Texas Instruments contro smanettoni, la vendetta

Texas Instruments contro smanettoni, la vendetta

La casa statunitense di nuovo sul piede di guerra contro gli hacker interessati alla modifica delle sue calcolatrici. Un nuovo firmware elimina il supporto alle applicazioni di terze parti
La casa statunitense di nuovo sul piede di guerra contro gli hacker interessati alla modifica delle sue calcolatrici. Un nuovo firmware elimina il supporto alle applicazioni di terze parti

Pare proprio che Texas Instruments (TI) ce l’abbia con gli hacker e i programmatori che si divertono a modificare il firmware delle sue calcolatrici scientifiche. La società un tempo sinonimo di calcolo elettronico distribuisce nuove release in serie nel tentativo – apparentemente riuscito – di bloccare ogni possibile “manomissione” del suo prezioso codice proprietario.

La guerra fra TI e hobbisti del calcolo affonda le sue radici lontano nel tempo, e già nel 2009 l’azienda provò a bloccare la scena del modding servendosi dei dettami del tristemente noto Digital Millenium Copyright Act (DMCA) statunitense. L’ultimo episodio di questa guerra si incarna in OS 3.0.2 , il firmware che inibisce la programmazione di software di terze parti e blocca qualsiasi tentativo di downgrade a versioni precedenti.

La community di modder era stata in grado di battere le protezioni anti-downgrading del firmware TI sino alla versione 3.0.1, release che tra le altre cose aveva portato il supporto al linguaggio di programmazione Lua per la creazione di applicazioni (e giochi) di terze parti – senza che TI si fosse disturbata a fornire strumenti di coding opportunamente dedicati.

La distribuzione di OS 3.0.2 non solo ha bloccato l’esecuzione dei suddetti programmi in Lua , ma ha sin qui rappresentato un ostacolo difficile da superare per modder e hacker in funzione di un possibile downgrade a versioni di firmware precedenti.

Le nuove misure di protezione e cifratura bloccano ancora una volta l’attività di coloro che vorrebbero semplicemente fare quel che più preferiscono con i dispositivi legalmente acquistati – con buona pace delle autorità USA per cui il jailbreaking dei suddetti dispositivi è garantito a norma di legge .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 mag 2011
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