Ticketbot, l'Antitrust vuole vederci chiaro

Ticketbot, l'Antitrust vuole vederci chiaro

AGCM apre un'inchiesta su TicketOne per il sold out dei ColdPlay e pone il problema delle nuove frontiere del bagarinaggio a mezzo bot. Anche anche il legislatore si mobilita per tutelare i consumatori che acquistano biglietti online
AGCM apre un'inchiesta su TicketOne per il sold out dei ColdPlay e pone il problema delle nuove frontiere del bagarinaggio a mezzo bot. Anche anche il legislatore si mobilita per tutelare i consumatori che acquistano biglietti online

In seguito al caos generato dalla vendita dei biglietti della tappa italiana del tour dei Coldplay , andati sold out nel giro di 2 minuti, l’ AGCM ha annunciato di aver aperto un’istruttoria nei confronti di TicketOne S.p.A. e di altri quattro siti Internet del mercato secondario sui quali era possibile acquistarli a prezzi esorbitanti pochi minuti dopo l’esaurimento della disponibilità sul canale ufficiale.

Dagli esposti dell’ Unione Nazionale Consumatori e di Atroconsumo l’Antitrust ha avviato un’indagine che, come riportato in una nota ufficiale, “è diretto, in primo luogo, ad accertare se il professionista abbia predisposto idonee misure informatiche, previsioni contrattuali e modalità di vendita, nonché abbia esercitato un adeguato controllo, per garantire l’effettiva disponibilità di biglietti per i consumatori e per evitare la possibilità che alcuni soggetti, attraverso l’utilizzo di specifici software, procedano all’acquisto massivo e quasi istantaneo di tutti i biglietti sul canale online”.

Già in occasione dei concerti degli One Direction, dei Foo Fighters, dei Red Hot Chili Peppers, di Bruce Springsteen, Renato Zero, Adele e David Gilmour si erano verificati situazioni analoghe. Alla luce di quanto accaduto, quindi, si vuole porre l’attenzione sul secondary ticketing , una versione evoluta del classico bagarinaggio, per combattere il quale si è attivata anche la SIAE .

Quello che si vorrebbe arginare è il fenomeno dei ticket bot , ossia software automatizzati di tipo bot approntati appositamente per simulare il comportamento degli utenti nell’acquisto dei biglietti sulle piattaforme online.

L’efficienza di tali software riesce ad aggirare facilmente le soluzioni messe in atto per limitare gli acquisti automatizzati, utilizzando ad esempio più carte di credito per superare il limite massimo di 4 o 6 biglietti per utente, bypassando l’inserimento del codice CAPTCHA (da inserire per dimostrare di non essere un robot) o ricorrendo a server proxy per eludere il controllo che limita il numero di biglietti acquistabili da un singolo indirizzo IP.

Nonostante la rivendita dei biglietti sia del tutto legale, rimane l’esigenza di garantire i diritti dei consumatori di avere accesso alla piattaforma di vendita in modo trasparente evitando quindi che automatismi impostati per attivarsi all’orario di apertura delle vendite facciano incetta del maggior numero possibile di biglietti.

Al momento è quasi impossibile individuare un ticket bot al lavoro in modo da bloccarne l’attività, pertanto è stata presentata un’interrogazione parlamentare che vuole individuare nuove norme atte a combattere il fenomeno ipotizzando ad esempio l’imposizione della vendita di biglietti nominativi .

Luca Algieri

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Pubblicato il
20 ott 2016
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