TIM, il Governo resta alla finestra e prepara le mosse

TIM, il Governo resta alla finestra e prepara le mosse

La proposta di acquisizione TIM da parte di KKR costringe il Governo a prepararsi immediatamente sul dossier: in ballo un tassello strategico del Paese.
TIM, il Governo resta alla finestra e prepara le mosse
La proposta di acquisizione TIM da parte di KKR costringe il Governo a prepararsi immediatamente sul dossier: in ballo un tassello strategico del Paese.

Dopo la proposta di acquisizione giunta dal fondo KKR, il gruppo TIM ha immediatamente convocato il proprio CdA, ma non ha dato risultanze a quanto ricevuto. Secondo quanto trapelato, il gruppo Vivendi sarebbe poco propenso ad accogliere con benevolenza il passaggio di consegne, ma al momento non c’è stata alcuna presa di posizione oppositiva ufficiale. Una nota proviene, a poche ore di distanza, dal Governo poiché terzo attore interessato nella partita. Cosa fare il Governo? “Prende atto”. Parole chiare e concise: il Governo attende dettagli, prepara le carte, studia i dossier e mette in tavola gli scenari possibili.

Il Governo prende atto e si prepara

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze cede la prima parola al mercato, come è giusto che sia, per un semplice ordine logico di priorità:

L’interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto.

Ma è chiaro come il Governo sia giocoforza chiamato in causa, così come immediatamente esplicitato anche nelle carte dell’OPA amichevole firmata KKR:

TIM è il maggiore operatore di telefonia del Paese. È anche la società che detiene la parte più rilevante dell’infrastruttura di telecomunicazione. Il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all’esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l’infrastruttura.

L’obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione.

Quel che una volta era monopolio statale, poi traslato in incumbent, poi diventata azienda privata in mercato concorrenziale, ora torna nelle mani dello Stato sotto forma di dossier da valutare con cautela per tutelare le prerogative nazionali: la difesa dei dati personali, la solidità di una cruciale infrastruttura di comunicazione, il piano cloud nazionale e molto altro ancora. In attesa delle mosse del mercato e degli azionisti TIM, quindi, il Governo “prende atto” e mette in moto un Gruppo di lavoro dedicato pronto ad esaminare le carte non appena pervenute:

In questa prospettiva, si è ritenuto che a seguire i diversi aspetti della vicenda sia un Gruppo di lavoro composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti. Secondo quanto appreso dal Corriere della Sera, i nomi convocati sarebbero quelli di Daniele Franco, Vittorio Colao e Giancarlo Giorgetti, nonché il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli. Non serve altro per spiegare quanto importante sia la partita in corso, nella quale ogni attore vuole fare la propria parte e dove il Governo ha una occasione unica per rivendicare le proprie prerogative nella difesa della “golden power” e delle necessità strategiche del sistema paese.

Fonte: MEF
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Pubblicato il
22 nov 2021
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