Cercare, contribuire, condividere. Tre parole chiave al centro di istella , nuova scommessa di Tiscali a più di dieci anni dallo smantellamento del progetto Arianna. Un motore di ricerca italiano per rivendicare la centralità del patrimonio culturale del Belpaese , più volte annunciato dalla telco sarda e ora pronto ad aprire i battenti digitali per garantire un’alternativa tricolore alla ricerca sul Web.
In sostanza , istella (è sardo, Apple non c’entra) sarà il search engine per la cultura, il sapere, l’eredità enciclopedica dei cittadini italiani, una piattaforma per l’indicizzazione di contenuti finora nascosti. Dagli archivi storici a quelli editoriali, dalle enciclopedie come la prestigiosa Treccani a tutti quei contenuti supervisionati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC). Perché istella non vuole presentarsi ai netizen tricolore come una vera e propria alternativa a giganti del settore come Google, probabilmente memore di altri esperimenti troppo ambiziosi o precoci come quello di Volunia .
Nessuna concorrenza diretta ai grandi del search anglofono, come sottolineato nel corso dell’evento di lancio dal fondatore e presidente di Tiscali Renato Soru. “I motori di ricerca esistenti hanno fatto un eccellente lavoro per il proprio business, e per gli utenti sono diventati strumenti imprescindibili – ha spiegato Soru alla stampa – Tuttavia c’è ancora spazio per nuovi e, soprattutto, differenti strumenti. Da sempre sostengo l’importanza di poter assicurare al paese un’autonoma capacità tecnologica per un servizio di evidente interesse nazionale, che permetta una maggiore concorrenza e che contribuisca a garantire l’indipendenza e la giusta valorizzazione dei contenuti di tutti i publisher e degli utenti nazionali, poiché questo significa valorizzare il patrimonio culturale italiano”.
Con l’indicizzazione di 3 milioni di siti e 3 miliardi di pagine web – per un totale di 180 terabyte di dati – istella punta alla creazione di un grande archivio per raccogliere online il sapere comune, ovviamente basandosi sul fondamentale contributo da parte degli utenti. L’ormai ubiqua idea social pervade il nuovo progetto di Soru con la continua condivisione di materiali e informazioni fornite dai netizen tricolore .
“Istella è tutto questo, è un modello di ricerca locale e partecipativo la cui crescita e il
cui incremento costante di efficacia nella ricerca fonda le sue radici nella collaborazione dell’intero sistema, che mi auguro possa identificarne presto i vantaggi – ha continuato il presidente di Tiscali – comuni, editori, fondazioni, studenti, ricercatori, fotografi, geografi o semplicemente appassionati di contenuti particolari o possessori di un singolo libro orfano di diritti, hanno da oggi a disposizione un nuovo canale per valorizzare e condividere il proprio sapere. Ritengo che istella possa diventare il motore di ricerca più completo e accurato della cultura italiana e non solo, e che possa anche rappresentare un modello esportabile all’estero”.
Ovviamente, il progetto istella resterà un’ambiziosa strategia di business al di là degli obiettivi di valorizzazione del patrimonio culturale del Belpaese. L’imprenditore sardo ha infatti parlato di un futuro fatturato da 2,5 miliardi l’anno , con un piano di mercato che non può risultare diverso da quello supportato da altri motori di ricerca. Lo stesso Soru ha infatti ammesso che le prossime entrate verranno dalla vendita di spazi pubblicitari, delle parole chiave e degli open data , comunque gratuiti per il settore della ricerca.
Nel frattempo , stretta una prima partnership con Nokia per la fornitura delle mappe su istella . “Abbiamo scelto quello che riteniamo essere oggi il più avanzato stato dell’arte nel settore del mapping HERE – ha dichiarato Soru – e abbiamo pensato che fosse un valore aggiunto importante affiancare a questa cartografia anche un archivio di immagini storiche che consenta di effettuare dei raffronti per comprendere il cambiamento delle nostre città nel corso del tempo”.
Al di là dei proclami sulla concorrenza al gigante Google, Tiscali ha scelto di rimarcare due significative differenze tra istella e il motore di ricerca made in Mountain View . “Ogni volta che fai una ricerca con Google, i risultati che ti vengono proposti sono frutto di un’interpretazione del tuo comportamento in rete – si legge nella sezione di presentazione del nuovo motore di ricerca – Significa che Google ricorda tutto ciò che hai cercato o cliccato, e ti propone risultati in linea con quanto hai già mostrato di apprezzare. Il sistema ti ha catalogato e non prevede che tu possa cambiare. Istella crede che tu sia più intelligente e complesso di così: non interpreta i tuoi gusti, non ti classifica per interessi, classe sociale o razza perché non memorizza le tue ricerche”.
Dunque, istella promette ai suoi futuri utenti di non catalogare i singoli interessi per offrire profili internettiani ai signori dell’advertising . Il motore di ricerca sardo – istella è un termine locale che sta appunto per stella – ha invece intenzione di non memorizzare le ricerche degli utenti e dunque trattarle in maniera anonima. “Il rispetto della privacy è solo uno dei punti di forza di istella”, si legge ancora nel disclaimer sul sito.
Mauro Vecchio