Quarantamila pagine. A tanto ammonta la mole di carte riversate sugli admin di The Pirate Bay al termine dell’indagine svedese sulle attività del sito, scaturita dal celebre raid del giugno 2006. Secondo gli investigatori ci sarebbero abbastanza prove, ora, per procedere con la formalizzazione delle accuse. Secondo la Baia, invece, gli investigatori non hanno in mano niente di significativo.
Per la legge svedese, The Pirate Bay ha un mese di tempo per preparare una difesa per le future accuse. Ma Brokep , uno degli admin, ha già fatto sapere che probabilmente chiederanno una proroga : “Non ho nessuna voglia di passare il Natale e il Capodanno a leggermi questa montagna di carta”, ha spiegato a Torrentfreak . Da parte loro, le autorità avevano richiesto più volte il rinvio dei termini di sequestro degli oltre 180 server confiscati, sostenendo di aver incontrato alcune difficoltà nel decifrare il loro contenuto.
A giudicare da una prima occhiata alle carte, il grosso della documentazione sembrerebbe riguardare le classifiche dei torrent più richiesti sul sito, ma non mancherebbero dettagli sulle generalità dei collaboratori e su presunti passaggi di denaro tra gli stessi. Gli investigatori sperano di riuscire a trascinarne almeno cinque in tribunale, con l’accusa di “favoreggiamento alla violazione del diritto d’autore”.
Una tesi che per Brokep non sta in piedi: per l’admin, nulla delle attività di TPB viola la legge svedese . L’unica nota interessante sarebbe il rinvenimento di un bug della piattaforma Hypercube, che avrebbe causato un errore nel conteggio dei download dal sito: un errore veniale e privo di conseguenze, anche perché nel frattempo la Baia ha cambiato software sui suoi server.
Infine, c’è anche modo di sdrammatizzare : vista l’enorme mole di carta utilizzata per mettere tutto nero su bianco, la Baia si è affrettata a fare una donazione ad una organizzazione ecologista per divenire proprietaria di 5 alberi. “Il file sharing è un ottimo metodo per condividere le informazioni senza bisogno di stamparle – ironizza Brokep sul suo blog – anzi raccomando il file sharing come soluzione ecologicamente sostenibile per lo scambio di dati”.
Luca Annunziata