Toscana tutta verso l'open source

Toscana tutta verso l'open source

Lo sottolinea l'assessore all'IT della Regione, secondo cui la sfida più grossa non è tanto l'innovazione quanto l'evoluzione dell'approccio culturale non solo nella PA ma anche nelle imprese e tra i cittadini
Lo sottolinea l'assessore all'IT della Regione, secondo cui la sfida più grossa non è tanto l'innovazione quanto l'evoluzione dell'approccio culturale non solo nella PA ma anche nelle imprese e tra i cittadini


Firenze – C’è il software libero nel presente della Toscana ma ce ne sarà ancora di più nel suo futuro. Lo ha ribadito ieri l’assessore ai Sistemi informativi Carla Guidi, in occasione di un incontro organizzato a Firenze dalla Regione insieme alla Free Software Foundation , rappresentata dal suo fondatore Richard Stallman, ed all’Agenzia Adelante. Tema del convegno era “Software libero, libertà e cittadinanza” .

Per l’assessore è stata l’occasione per ribadire l’impegno della Regione verso l’open source concepito, ha spiegato Guidi, come “strumento per l’aggiornamento della pubblica amministrazione e lo sviluppo dell’e-government, come stimolo alla creatività e alla pluralità, all’innovazione del tessuto di piccole e medie imprese tipico della Toscana”.

Guidi ha spiegato che la Regione punta sulla normativa regionale che nel disegnare gli scopi e le procedure della Rete Telematica Toscana vede nell’introduzione di piattaforme e applicativi aperti quella che l’assessore definisce “una scelta importante per lo sviluppo dell’informazione e della conoscenza, in linea, peraltro, con quanto indicato dall’Unione Europea e dal ministro Stanca”.

“La Regione Toscana – ha spiegato Guidi – utilizza fin dal 1997, al suo interno e fra i 500 enti collegati alla Rete telematica regionale, sistemi open source. Favorirne l’ uso significa, fra l’altro, anche avviare forme di risparmio e di ottimizzazione delle risorse, sia per le pubbliche amministrazioni che per il sistema economico in generale. Cio’ non significa che il percorso da fare per dare un riconoscimento ufficiale a un sistema fondato sulla libertà delle conoscenze non sia ancora lungo e difficile. Come Regione dobbiamo trovare un punto di equilibrio, fare in modo che tutti i soggetti coinvolti, gli enti locali, ma anche operatori economici, professionisti, ci seguano lungo tutto il percorso”.

Tra i problemi fin qui riscontrati, ha spiegato Guidi, anche il fatto che la Regione è stata tra le prime ad imboccare in Italia la via di una rete regionale “con scelte che all’epoca erano praticamente obbligate” e che oggi impongono un lavoro in più di rI-definizione dei sistemi software utilizzati.

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Pubblicato il
20 apr 2004
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