Incapsula ha studiato il traffico Internet indirizzato verso il suo network di 20mila siti web proveniente da 249 paesi del mondo, e il risultato certificato dai numeri assegna ai bot software il 61 per cento del suddetto traffico contro il 38,5 per cento appartenete a visitatori “umani”.
Internet, dice Incapsula, è una rete percorsa in lungo e in largo soprattutto dagli agenti software: la prevalenza dei bot nel 2013 è cresciuta del 21 per cento rispetto all’anno precedente (quando rappresentava il 51 per cento del totale), e tra i bot la società comprende sia gli agenti “buoni” che quelli malvagi, o comunque caratterizzati da intenti malevoli.
Fortuna vuole che a crescere di più siano i bot “buoni”, una categoria che comprende di tutto: dai crawler dei motori di ricerca web – sempre più affaccendati, sempre più numerosi – ai servizi di ottimizzazione SEO. In quest’ultimo caso c’è stato un vero boom, sottolinea Incapsula, con una percentuale di 30-50 visite quotidiane o più per sito.
Altrettanto variegata è purtroppo la categoria dei bot malevoli, “parassiti” che costituiscono il 30 per cento del traffico di agenti software fra tool di hacking/cracking, spammer e “imitatori” che si camuffano tramite User ID fasulli o altre metodologie truffaldine.
Incapsula pone in particolare l’accento sulla proliferazione degli imitatori “fuori categoria”, cresciuti più di tutti gli altri bot malevoli (+8 per cento) e caratterizzati da intenzioni particolarmente ostili. Il rischio, in questo caso, è la compromissione delle misure di sicurezza erette a difesa di un sito web.
Alfonso Maruccia