Trenitalia non fa rima con Legge Stanca

Trenitalia non fa rima con Legge Stanca

In una lettera al ministro dell'Innovazione e ai suoi consulenti Paolo Pietrosanti fa il punto sulla propria esperienza con l'accessibilità, si fa per dire, del sito delle ferrovie
In una lettera al ministro dell'Innovazione e ai suoi consulenti Paolo Pietrosanti fa il punto sulla propria esperienza con l'accessibilità, si fa per dire, del sito delle ferrovie


Roma – Alla cortese attenzione di Lucio Stanca e di Paolo Vigevano
Pregiatissimo Ministro, caro Paolo,
capirete come questa breve annotazione sia tanto personale quanto certo non privata.

Esiste la Legge Stanca , proposta da un amplissimo concerto di Ministri, e approvata alla unanimità dalla Camera e quasi pure dal Senato. Legge che risale ai primissimi giorni dell’anno.

Poi, accade che uno come me, cieco, vada a cercare di consultare l’orario ferroviario, e non ci riesca. www.trenitalia.it non è accessibile.
Eppure è un sito di una entità che rientra eccome nella previsione della Legge Stanca.

Ho il dubbio di essere io quello incapace di usare la rete, e quindi chiedo in giro.
Esperti, sia di rete che di cecità, e amici, mi dicono che in effetti con www.trenitalia.it non c’è nulla da fare, però, però, trenitalia.com è meglio.
Oddio, non si può, non si riesce, se ciechi, a pagare, perché l’area per la carta di credito non è accessibile, non è adeguata, e devi farti aiutare.

A me sembra però che un utente normale, e non superabilissimo come quell’amico, non ci riesca, nemmeno a soltanto consultare l’orario ferroviario.
Ma in ogni caso, Trenitalia.it che fa? E trenitalia.com?

Se devo farmi aiutare con la carta di credito, faccio prima a farmi aiutare dal telefono, o dalla agenzia qui sotto. Che però non mi salva affatto dalla già consumata presa in giro.

È la prima legge del genere nel mondo intero, diceva Lei, Ministro.
In questo paese accade che, questa legge vigendo, uno il biglietto del treno non possa comprarlo da solo. E quindi fa prima a prender il bastone bianco, a spegnere il PC, e scendere alla agenzia di viaggi.

Non senza amarezza.
L’unica consolazione è nel mal comune mezzo gaudio… sempre che sia una consolazione.

Perché è vero che uno che non riesca a comprare un biglietto ferroviario via Internet in vigenza della legge Stanca è preso in giro sia come cieco che come contribuente che come cittadino.
Però è anche vero che in un paese in cui squilli di tromba hanno annunciato e celebrato la prima legge al mondo sulla accessibilità della rete, che reca il nome del pioniere mondiale Ministro Stanca, in quel paese lì, se poi manco il sito delle Ferrovie è accessibile, ad essere preso in giro è pure il Ministro, direi.

Da preso in giro a preso in giro, quindi, La saluto

Paolo Pietrosanti
Pietrosanti.org

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Pubblicato il
13 mag 2004
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