Una banda di cybercriminali ha organizzato un truffa ai danni di almeno dieci imprenditori italiani. Al momento, solo Massimo Moratti è caduto nella trappola, mentre gli altri nove sono riusciti ad evitare l’inganno. La Procura di Milano ha avviato un’indagine e ricevuto tre denunce, una delle quali dall’ex Presidente dell’Inter.
Spoofing e ingegneria sociale
La truffa è stata resa nota dallo stesso Guido Crosetto su X. I cybercriminali hanno contattato diversi imprenditori affermando di telefonare per conto del Ministro della Difesa. Facendo credere di essere membri dello staff, un generale, un funzionario del Ministero o addirittura lo stesso Crosetto hanno chiesto agli imprenditori un aiuto economico per liberare giornalisti rapiti in Iran e Siria, promettendo di restituire la somma attraverso la Banca d’Italia.
Il Ministro (quello vero) ha scritto su X che un imprenditore ha effettuato un bonifico di importo elevato sul conto fornito dal generale. Massimo Moratti ha confermato di aver effettuato due bonifici, ma non l’importo (potrebbe essere un milione di euro). L’ex Presidente dell’Inter ha presentato una denuncia. Le altre due sono delle famiglie Aleotti (gruppo Menarini) e Beretta (che non hanno pagato nulla).
I cybercriminali hanno contattato anche Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera, Patrizio Bertelli, Diego Della Valle, le famiglie Caltagirone, Caprotti e Del Vecchio. In questi casi, la truffa è stata scoperta dalle rispettive segreterie. L’indagine è ancora in corso, quindi ci sono pochi dettagli.
Sarebbe stata utilizzata la tecnica dello spoofing telefonico per mostrare un numero reale. Successivamente è stata sfruttata l’ingegneria sociale per tentare di ingannare gli imprenditori. Non sarebbe stata invece utilizzata l’intelligenza artificiale per creare la falsa voce di Crosetto perché quasi tutti hanno notato la differenza.
La Banca d’Italia ha pubblicato un avviso per segnalare la truffa, consigliando di denunciare i casi all’autorità giudiziaria:
Si sono verificati di recente alcuni tentativi di truffa che utilizzano indebitamente il nome e il logo della Banca d’Italia, come ad esempio richieste di denaro per ottenere dalla Banca d’Italia lo sblocco di somme precedentemente investite o richieste di somme per liberare giornalisti rapiti all’estero con la promessa di una restituzione da parte della Banca d’Italia.