Il Sole 24 Ore ha proposto in queste ore un interessante excursus sulle fattispecie di reato che si sono incontrate in Italia nei primi sei mesi del 2021. I dati sono tratti dalle rilevazioni del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e basati sul numero delle denunce portate avanti nel periodo in esame. Tra le informazioni di maggior rilievo v’è l’aumento registrato nei cosiddetti “crimini digitali“, parametro utile a registrare questo tendenziale spostamento del malaffare sui canali Web.
Stiamo monitorando con attenzione queste nuove forme di delittuosità. Da poco abbiamo implementato la nostra banca dati: ora mappiamo anche informazioni relative all’autore del reato informatico, non solo alla vittima, con lo scopo di studiarne le relazioni. Stiamo cercando di affinare i nostri strumenti di indagine per capire meglio come opera il criminale online e orientare l’azione delle forze di polizia.
Stefano Delfini del servizio di analisi criminale che fa capo alla direzione centrale della Polizia criminale
Crimini, truffe e frodi digitali
Se è quella di Mantova la Provincia che ha registrato il maggior numero di denunce (117 contro le 480 dell’intero 2020), risultano essere Gorizia (606 ogni 100 mila abitanti), Torino (633 ogni 100 mila abitanti) e Belluno (606 ogni 100 mila abitanti) le città che si dividono il triste podio del maggior numero di truffe e frodi informatiche registrati. Milano è in settima posizione in questa speciale classifica, mentre Roma è al 39esimo. A livello regionale è il nord ad avere l’incidenza maggiore, con una forte densità registrata con particolare omogeneità sulla Liguria.
I reati informatici sono andati aumentando in parallelo allo strappo che la pandemia ha imposto nelle abitudini quotidiane. Il numero di persone neo-alfabetizzate è elevato e questa fase di passaggio rischia di lasciare molte persone esposte ai rischi quotidiani che malware, truffe e phishing determinano. Il numero di attacchi è così fortemente aumentato durante la pandemia e oggi la base potenziale di fragilità sulle quali i malintenzionati possono agire resta alta.
La difesa dovrà essere a livello di singoli (antivirus e conoscenza le basi fondamentali) che a livello istituzionale: dati di questo tipo consentono di far concentrare le risorse di monitoraggio e prevenzione nei luoghi e nei contesti in cui maggiore è la crescita dell’incisività di questo tipo di reati.