La teoria esposta da John Matese and Daniel Whitmire, ricercatori della University of Louisiana at Lafayette , farà felici gli orfani dell’ ex-pianeta Plutone : stando ai due astrofisici, ai confini del Sistema Solare ci sarebbe un pianeta sin qui mai rilevato, un gigante sconosciuto ma la cui esistenza sarebbe comprovata nei dati raccolti dal telescopio spaziale WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer).
Matese e Whitmire hanno chiamato il nuovo pianeta Tyche, descritto le sue caratteristiche di massima e la posizione ipotetica: Tyche si nasconderebbe nella Nube di Oort, il “guscio esterno” popolato di asteroidi che delimita i confini del Sistema Solare.
La distanza di Tyche dal Sole sarebbe dunque di 1 anno luce, ben 15mila volte superiore a quella della Terra . Dotato di dimensioni quattro volte superiori a quella di Giove, Tyche sarebbe un gigante gassoso composto prevalentemente da idrogeno ed elio, con un’atmosfera burrascosa e violenta non dissimile da quella che caratterizza le ciclopiche tempeste tropicali del suddetto Giove.
Vista la notevole distanza dal Sole, Tyche sarebbe caratterizzato da temperature siderali – 73C sotto lo zero – nondimeno molto più “miti” rispetto al quasi zero assoluto degli asteroidi circostanti. La natura di una simile differenza? Il tempo necessario (per un oggetto così grande) a raffreddarsi dopo la formazione. Il gigante Tyche avrebbe inoltre un suo sistema autonomo fatto di anelli e satelliti, dicono i due ricercatori statunitensi.
In attesa di verificare la reale presenza di Tyche dopo uno studio approfondito dei dati raccolti da WISE, Matese e Whitmire – che hanno teorizzato l’esistenza del pianeta quasi-stella – devono fronteggiare l’ipotesi che vuole Tyche come un residuato di un sistema solare esterno, catturato dalla forza di gravità del Sole in un secondo tempo e quindi poco adatto alla qualifica di nono pianeta del Sistema Solare. In altri casi era già stata ipotizzata l’esistenza di una nana bruna nelle immediate vicinanze della nostra stella: tesi fin qui non dimostrata.
Alfonso Maruccia