UE, sul roaming manca l'accordo

UE, sul roaming manca l'accordo

Presidenza, Commissione e Parlamento faticano a raggiungere un'intesa per l'introduzione delle nuove regole tariffarie sul roaming. Tutto rinviato
Presidenza, Commissione e Parlamento faticano a raggiungere un'intesa per l'introduzione delle nuove regole tariffarie sul roaming. Tutto rinviato

Bruxelles – Potrebbe slittare ben oltre l’estate l’entrata in vigore della nuova regolamentazione europea sui costi dei servizi di roaming. Se nel mese di aprile sembrava verosimile che il Parlamento Europeo avrebbe votato favorevolmente il programma di riduzione previsto dalla Commissione, ora il traguardo sembra allontanarsi, per l’intesa non ancora raggiunta tra gli attori principali.

Tre sono le entità che si devono mettere d’accordo: Parlamento, presidenza tedesca della UE e Commissione. Le cui trattative si trovano in una fase di stallo, tanto che l’annunciato taglio delle tariffe potrebbe non avere luogo entro l’estate 2007. Al punto in cui si trovano ora i negoziati, infatti, si dovrà probabilmente attendere la sessione che avrà luogo a Strasburgo tra il 21 e il 24 maggio. E sono queste le ultime occasioni per far sì che il piano di riduzione dei costi di roaming possa riscuotere l’approvazione del consiglio dei ministri europei delle TLC il 7 giugno. Diversamente, il progetto potrebbe slittare di alcuni mesi. Le trattative si sono arenate, come segnala Helpconsumatori su alcuni punti focali.

Il primo è “la modalità di adesione alla tariffa di protezione del consumatore”. Secondo il Parlamento e la Commissione, dovrebbe essere offerta automaticamente all’utente con i price cap fissati dal regolamento europeo che scattano d’ufficio e con la possibilità di scegliere se invece optare per qualche altra formula tariffaria offerta da un operatore, se ritenuta più conveniente (meccanismo di ‘opt out’). Diverso il punto di vista dei ministri delle TLC, che vorrebbero far applicare la tariffa di protezione del consumatore esclusivamente agli utenti che ne fanno richiesta.

Il secondo sarebbero i costi. Il Parlamento vorrebbe che una chiamata telefonica internazionale generata in ambito UE non costasse oltre 40 centesimi di euro al minuto, e fissare a 15 centesimi di euro il tetto massimo per i costi delle chiamate in entrata. “La Commissione europea – ricorda Helpconsumatori – aveva proposto tariffe massime pari a 49 centesimi per le chiamate “attive” in roaming verso un Paese estero, 33 centesimi per le chiamate “locali” (ovvero nello stesso Paese estero in cui ci si trova) e 16 centesimi per le chiamate ricevute, sempre in roaming. I governi dei Ventisette raccomandano invece limiti più elevati, rispettivamente 60 e 30 centesimi di euro. Infine, manca anche un accordo sugli sviluppi delle tariffe negli anni successivi”.

Se si arrivasse all’accordo, il Consiglio del 7 giugno potrebbe verosimilmente vedere la nascita del nuovo regolamento sui costi di roaming. In caso contrario, i tempi si dilaterebbero, e le nuove regole potrebbero entrare in vigore tra alcuni mesi. Di conseguenza, per coloro che la prossima estate prevedevano di viaggiare in Europa, a livello di costi di roaming non cambierà probabilmente nulla. A meno che gli operatori non si rivelino inclini a qualche virtuosismo tariffario.

D.B.

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Pubblicato il
7 mag 2007
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