UE, via libera agli open data

UE, via libera agli open data

Il Parlamento Europeo ha approvato la bozza di revisione della Direttiva sull'accesso alle informazioni nel settore pubblico, offrendo agli stati membri 2 anni di tempo per assimilarla
Il Parlamento Europeo ha approvato la bozza di revisione della Direttiva sull'accesso alle informazioni nel settore pubblico, offrendo agli stati membri 2 anni di tempo per assimilarla

Dopo l’accordo siglato tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea, la revisione della Direttiva comunitaria sull’accesso alle informazioni nel settore pubblico è stata definitivamente approvata al Parlamento del Vecchio Continente. I cosiddetti open data saranno a disposizione di sviluppatori, aziende e privati cittadini ad un costo molto basso o in maniera gratuita.

“Oggi possiamo celebrare i nostri sforzi per il trasferimento dei dati governativi verso aziende e cittadini in Europa – ha spiegato il vicepresidente della Commissione Europea Neelie Kroes – Stiamo finalmente ottenendo quel contesto legale così necessario per favorire lo sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

Dalle questioni legate alle licenze, fino alla gestione dei grandi archivi di dati pubblici, le autorità del Vecchio Continente provvederanno alla diramazione di un pacchetto di linee guida nel percorso di revisione della Direttiva sugli open data . Per la prima volta , il flusso di dati provenienti da musei, biblioteche e archivi sarà disponibile in modalità aperta e soprattutto in formati leggibili dalle più recenti macchine informatiche.

A partire da oggi, tutti gli stati membri avranno due anni di tempo per implementare le nuove regole all’interno dei singoli contesti legislativi. Le varie istituzioni nel settore pubblico potranno applicare una tariffa minima a coprire i costi marginali derivanti dalla condivisione dei dati al pubblico. Dalle cartine geografiche ai dati sul traffico automobilistico, dai pacchetti informativi sulle attività aziendali alle informazioni sui vari procedimenti giudiziari.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
17 giu 2013
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