Doveva rappresentare una misura di ripiego per la ritenzione dei profili genetici dei sospetti scagionati dopo l’arresto, ma anche la paventata possibilità di cancellare i dati dopo 6 o 12 anni è finita per arenarsi nelle lungaggini della politica di Londra. Allora ci aveva pensato la Corte Europea per i Diritti Umani a fermare la proposta, ora è lo stesso Home Office (il Ministero dell’Interno inglese) a ritirarla prima del discorso della Regina Elisabetta alla Camera dei Lord .
Gli 850mila cittadini di sua maestà schedati nel database statale, pur scagionati dalle accuse iniziali, possono tirare un sospiro di sollievo: su di loro lo stato britannico non può gestire nessun profilo genetico, e ora toccherà al Governo adattarsi alle imposizioni provenienti dalla Corte di Strasburgo cancellando gli archivi incriminati (e illegali).
“Si tratta di un’altra vittoria per l’articolo 8 della Convenzione sui Diritti Umani – ha commentato la direttrice di Liberty Shami Chakrabarti – articolo che protegge la privacy personale di chiunque in Gran Bretagna”. “Questo articolo era in contrasto con il più grande database di DNA pro capite nel mondo – continua Chakrabarti – e verrebbe ancora violato dalle proposte screditate degli Affari Interni”.
E per un archivio che sembra inesorabilmente destinato alla chiusura un altro festeggia la rinnovata possibilità di esistere (letteralmente) per altri 100 di questi anni . Si parla in questo caso del database di criminali minorenni gestito dalle forze di polizia del Regno, la cui inconsueta longevità era stata contestata da cinque adulti costretti per vari motivi a fronteggiare il marchio indelebile di marachelle e furtarelli passati in contesti adulti come la candidatura a un posto di lavoro (magari stagionale e quindi a tempo molto determinato).
I cinque cittadini britannici avevano chiesto la rimozione dei loro record dal database (in cui i dati possono appunto rimanere per un secolo) ma il giudice ha deciso altrimenti, stabilendo che “se la polizia sostiene razionalmente e ragionevolmente che le condanne, sia per adulti che per minori, hanno un valore nel lavoro che fanno, questo dovrebbe, in effetti, sancire la fine della questione”, rifiutando ai querelanti la possibilità di ricorrere alla Corte Suprema.
Per chi fosse poi particolarmente apprensivo in fatto di crimini, il National Policing Improvement Agency (NPIA) in collaborazione con le polizie di Inghilterra e Galles ha approntato una Mappa del Crimine che nelle intenzioni dovrebbe servire a restituire una fotografia più veritiera e meno emotiva della realtà del contrasto al fenomeno . Si spera, tra le altre cose, che i cittadini si sentano coinvolti in maniera diretta e contribuiscano alla cattura di un maggior numero di delinquenti nei loro territori.
Alfonso Maruccia