È ormai guerra aperta tra i rappresentanti della British Phonographic Industry (BPI) e i vertici della divisione britannica del Partito Pirata. Le grandi etichette sono pronte a denunciare sei membri del Pirate Party, compreso il leader del movimento Loz Kaye . La fazione politica è accusata di aver facilitato l’aggiramento dei blocchi imposti dalla High Court di Londra a The Pirate Bay.
In quello che l’esperto Cory Doctorow ha definito “un attacco senza precedenti alla democrazia nel Regno Unito”, l’industria musicale vuole ottenere l’immediata rimozione di un servizio proxy messo a disposizione dal Pirate Party per accedere alla Baia più famosa del file sharing . Loz Kaye aveva già risposto picche ai vertici di BPI, non intenzionato a rimuovere il proxy per tutelare i diritti fondamentali degli utenti.
A capo della divisione comunicazione di BPI, Adam Liversage ha parlato di una denuncia inevitabile, dal momento che il Pirate Party non vuole proprio rassegnarsi e collaborare con la giustizia del copyright.
In un comunicato di risposta, Loz Kaye teme per le sue finanze personali dopo la citazione di BPI : “Sono una persona ordinaria e non sono certo ricco. È ovvio che la citazione presso l’Alta Corte mi rovinerebbe”. ( M.V. )