UK, il nuovo corso dell'antipirateria

UK, il nuovo corso dell'antipirateria

Ofcom pubblica la bozza del pacchetto di regole che avvieranno il Digital Economy Act (DEA). I provider più grandi inizieranno ad inviare le notifiche. Dopo 3 avvertimenti in un anno, l'industria colpirà gli scariconi
Ofcom pubblica la bozza del pacchetto di regole che avvieranno il Digital Economy Act (DEA). I provider più grandi inizieranno ad inviare le notifiche. Dopo 3 avvertimenti in un anno, l'industria colpirà gli scariconi

Alimentare l’innovazione nell’industria culturale britannica, assicurandosi che il rispetto dei netizen passi attraverso le varie piattaforme per la distribuzione legale dei contenuti audiovisivi. È l’obiettivo annunciato dai vertici di Ofcom, l’organismo indipendente che regola l’intero ecosistema delle comunicazioni nel Regno Unito. Un nuovo pacchetto di regole che protegga il copyright online e allo stesso tempo educhi la platea dei consumatori .

Trasformato in legge nel 2010, il Digital Economy Act (DEA) aveva affidato all’Authority d’Albione il compito di introdurre un codice pratico per la promozione degli accessi a piattaforme legali di consumo multimediale. Pur in forte ritardo, Ofcom ha ora pubblicato le linee guida che dovranno essere dibattute e poi ratificate entro la fine di quest’anno, entrando definitivamente in vigore nella primavera del 2014 , così come previsto .

Ovvero quando tutti gli scariconi britannici inizieranno a ricevere le notifiche previste dal DEA sulla scia di quanto accade in Francia con i tre colpi della Dottrina Sarkozy. I maggiori provider nazionali dovranno così inviare una serie di avvertimenti per incoraggiare gli utenti a sfruttare piattaforme legali per lo scaricamento di film e musica. Oltre che a proteggere meglio le proprie connessioni, in particolare quelle WiFi .

Come funzionerebbe il codice di condotta annunciato da Ofcom? Inizialmente, i provider coinvolti saranno soltanto quelli con più di 400mila abbonati al broadband fisso , da British Telecom a Sky e TalkTalk. Praticamente, il 93 per cento dell’intero mercato legato alla banda larga. Questi stessi fornitori di connettività saranno obbligati a coprire al 25 per cento i costi complessivi del nuovo regime delle notifiche graduali.

Il restante 75 per cento – e nel Regno Unito c’è stata una vibrante battaglia nel percorso che ha portato alla ratificazione del DEA – toccherà ai vari rappresentanti dell’industria culturale. Qualora un utente abbia ricevuto 3 o più notifiche in un anno, i legittimi titolari dei diritti potrebbero chiedere l’intervento di un giudice per obbligare i provider a fornire i dati utili alla sua identificazione .

E dunque gli scariconi potranno essere incriminati in base ai vecchi dettami legislativi del Copyright Designs and Patent Act del 1988. Toccherà poi alla stessa Ofcom il compito di valutare gli eventuali ricorsi da parte degli utenti, che avranno solo 20 giorni di tempo a disposizione . Mentre i provider dovranno tenere sempre nota del numero di violazioni registrate per singolo abbonato.

Critiche non certo inaspettate da parte degli attivisti dell’ Open Rights Group , che hanno denunciato come il sistema dei ricorsi rappresenti una semplice barzelletta. “Il governo ha già deciso che il non sono stato io non sarà una forma di difesa – si legge in un comunicato – e ci saranno sicuramente degli utenti che finiranno in aula senza aver fatto alcunché di illegale”. Da notare che gli stessi netizen dovranno pagare 20 sterline per presentare il ricorso .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 27 giu 2012
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