Rifiutarsi di indossare un dispositivo di tracciamento può comportare la sospensione scolastica negli Stati Uniti: è quanto accaduto ad una studentessa di una scuola superiore di San Antonio, sospesa per non aver indossato un chip RFID utile a tracciare la sua collocazione all’interno del campus.
Secondo gli ultimi aggiornamenti , Andrea Hernandez sarebbe riuscita a ottenere un annullamento temporaneo del provvedimento inflitto dalle autorità scolastiche, la cui validità è in attesa di valutazione da parte della giustizia. La studentessa texana è una delle protagoniste della battaglia condotta contro il progetto Student Locator portato avanti dal Northside Independent School District (NISD), in base al quale gli studenti dovrebbero circolare provvisti di SmartID card per il tracciamento .
Se Andrea Hernandez ha addotto ragioni legate alla libertà religiosa, il programma che prevede l’adozione della tecnologia Radio Frequency IDentifier da parte delle scuole è criticato anche da organizzazioni che si battono per la tutela dei diritti civili online come EPIC, EFF e ACLU, secondo cui l’identificazione e il tracciamento tramite radio frequenza condurrebbe alla disumanizzazione degli studenti e del personale scolastico, implicando problemi che riguardano la privacy, la libertà di espressione, il potenziale abuso da parte di cracker .
Dopo diversi colloqui tra la famiglia della studentessa e i vertici scolastici, la sedicenne è stata assegnata a un’altra scuola, motivo che ha spinto la famiglia Hernandez a denunciare l’istituto scolastico con il supporto dell’organizzazione per la difesa dei diritti civili Rutherford Institute . I giudici dovranno dunque stabilire l’ ammissibilità dei metodi di monitoraggio adottati dal NISD su 100mila studenti nell’ambito del contrasto all’assenteismo scolastico, progetto per il quale la scuola avrebbe ricevuto 2 milioni di dollari dal governo centrale .
Cristina Sciannamblo