USA, cinguettii contro il DoJ

USA, cinguettii contro il DoJ

Tre noti utenti di Twitter contro le autorità statunitensi, ree di aver violato la loro privacy online. La piattaforma era stata obbligata a consegnare dati personali nell'ambito delle indagini su Wikileaks
Tre noti utenti di Twitter contro le autorità statunitensi, ree di aver violato la loro privacy online. La piattaforma era stata obbligata a consegnare dati personali nell'ambito delle indagini su Wikileaks

Ad entrare in aula è stata un’agguerrita coalizione legale , inizialmente formata dagli avvocati di tre noti utenti di Twitter. Ovvero i programmatori Rop Gonggrijp e Jacob Appelbaum, insieme al parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir. Al trio si erano successivamente aggiunti gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) e della American Civil Liberties Union (ACLU).

Un giudice dello stato della Virginia ha dunque impiegato poco più di un’ora per vagliare le posizioni espresse dalla coalizione, ora in attesa di una sentenza in data non meglio specificata. Il trio aveva in sostanza chiesto alla corte di annullare una specifica ordinanza già diramata per obbligare la piattaforma cinguettante a rivelare una serie di informazioni personali .

A muoversi erano stati i vertici del Department of Justice (DoJ), che avevano incluso Twitter nelle indagini sull’operato del fondatore di Wikileaks Julian Assange. La piattaforma di microblogging era stata costretta a consegnare alcune informazioni relative alle utenze dei tre personaggi, tutti legati in qualche modo alle attività del sito delle soffiate .

Secondo EFF e ACLU, le autorità statunitensi avrebbero violato la privacy dei tre personaggi, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione. Il DoJ avrebbe poi comunicato con il giudice in uno stato di sostanziale segretezza, una violazione delle procedure investigative standard . Un rappresentante legale dello stesso dipartimento ha rigettato qualsiasi accusa sulla presunta irregolarità delle indagini.

I rappresentanti di ACLU hanno puntato il dito contro l’amministrazione del presidente Barack Obama, che non dovrebbe permettersi di sorvegliare le libere attività online dei cittadini. Secondo le accuse, l’ordinanza dovrebbe essere ritirata e i documenti del DoJ rivelati . Pare che il giudice sia orientato verso una sentenza che respinga le richieste dei tre utenti di Twitter.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
16 feb 2011
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