USA, come nasce un gigante delle TLC

USA, come nasce un gigante delle TLC

Acquistata da SBC che ha poi adottato il suo nome, AT&T mette le mani su BellSouth e Cingular Wireless per dar vita al più importante gruppo TLC statunitense. Vanterà decine di milioni di abbonati in vari settori
Acquistata da SBC che ha poi adottato il suo nome, AT&T mette le mani su BellSouth e Cingular Wireless per dar vita al più importante gruppo TLC statunitense. Vanterà decine di milioni di abbonati in vari settori


New York (USA) – Cambia lo scenario delle TLC americane, con un’operazione di cui è protagonista la “nuova AT&T”, che si appresta a diventare un vero colosso nella telefonia fissa, in quella mobile e nel broad band, con un valzer di acquisizioni che sta attirando l’interesse di tutti gli analisti, compresi quelli dell’antitrust a stelle e strisce. In mezzo ci sono molti degli assets un tempo patrimonio della stessa AT&T più alcuni giganti della telefonia, come Cingular Wireless: se tutto andrà come sperano i dirigenti della società statunitense nascerà il maggiore operatore del settore.

Lo scorso autunno, l’ acquisizione da parte di SBC Communication di AT&T era apparsa a molti come il primo vagito di un nuovo gigante del settore mobile statunitense. Ora è giunta la proposta miliardaria di AT&T nei confronti di BellSouth : sul piatto ben 67 miliardi di dollari , che porteranno alla nascita di un unico Gruppo – sotto la bandiera AT&T – con un capitale di 160 miliardi di dollari, 10 milioni di abbonati Web, 70 milioni di utenti residenziali e ovviamente il controllo del pacchetto di maggioranza di Cingular Wireless – precedentemente detenuto dalla BellSouth – che porterà il numero degli utenti mobili del carrier a 54,1 milioni.

“La fusione darà benefici ai consumatori e promuoverà la competizione, sfruttando le sinergie tra le due società nella trasmissione mobile e via fibra ottica”, ha dichiarato Edward Whitacre, CEO di SBC.

Il primo effetto collaterale di questa operazione finanziaria, però, ricadrà sulla forza lavoro di AT&T. I dati in dettaglio non sono stati resi noti, ma è certo che nei prossimi mesi vi sarà un consistente taglio di dipendenti , che ammonteranno, dopo l’acquisizione ufficiale, a 316 mila persone. “Ci sarà un po’ di confusione. È come un rimescolamento dell’intero settore”, ha dichiarato Jeff Kagan, analista esperto del segmento. Il marchio Cingular, infatti, lascerà il posto a quello AT&T. Ma gli utenti potrebbero rimanere spaesati perché nell’ottobre del 2004 la stessa Cingular aveva acquisito AT&T Wireless.

“Abbiamo costruito un business. Il nostro marchio è una parte importante di questo business? Sì. Ma è un business che è fatto prettamente di persone. Non avverrà alcun cambiamento sotto questo punto di vista”, ha dichiarato Mark Siegel, portavoce di Cingular, cercando di rassicurare azionisti e investitori.

Mentre la dirigenza AT&T brinda, Washington si prepara ad analizzare dettagliatamente l’operazione. Nel 1984, infatti, l’antitrust aveva decretato la fine del monopolio di Bell System , un marchio di AT&T, ripartendo di fatto il suo servizio in 7 mini-compagnie (Baby Bells). AT&T è rimasta per anni a presidiare il solo segmento a lunga distanza e internazionale, ma la competizione l’ha costretta a confrontarsi con i mercati emergenti della telefonia e del VoIP.

“20 anni fa il Governo decise di frammentare Bell System, ma questa acquisizione sembra la riunione della madre con la figlia”, ha dichiarato il Repubblicano Ed Markey, esponente del Democrat on the House Subcommittee on Telecommunications and the Internet – il comitato di supervisione sulle telecomunicazioni e il Web. “Il nostro mercato delle telecomunicazioni deve essere estremamente competitivo e aperto all’innovazione per favorire la crescita del numero dei posti di lavoro e quella economica. Questa fusione, quindi, merita tutta l’attenzione degli organi ufficiali antitrust”.

AT&T e BellSouth, insieme, rappresenteranno il più grande fornitore broadband del paese, con 9,8 milioni di linee ADSL (rilevate nel 2005), 1,3 milioni di linee in più rispetto al precedente leader Comcast. Dover sottostare alle analisi dell’antitrust è dunque inevitabile.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
7 mar 2006
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