USA, gli utenti denunciano Electronic Arts

USA, gli utenti denunciano Electronic Arts

Il gigante si accaparra troppi diritti di sfruttamento dei nomi dei professionisti dello sport. Lasciando i rivali a bocca asciutta e ottenendo mano libera sui prezzi. I consumatori non ne possono più
Il gigante si accaparra troppi diritti di sfruttamento dei nomi dei professionisti dello sport. Lasciando i rivali a bocca asciutta e ottenendo mano libera sui prezzi. I consumatori non ne possono più

Grossi guai in vista per Electronic Arts: la società, talvolta criticata per la sua tendenza ad anestetizzare i talenti e a massimizzare gli investimenti sfornando infinite serie di sequel, dovrà vedersela con un agguerrito gruppo di videogiocatori della California e di Washington D.C. che l’hanno trascinata in tribunale a causa di pratiche che definiscono illegali nel mercato videoludico, in particolare in quello dei videogiochi dedicati allo sport.

Un settore che, se alcuni anni fa poteva contare su una certa scelta tra titoli concorrenti, è stato nei fatti monopolizzato dalle politiche a suon di esclusiva di EA , che ha acquistato a peso d’oro il diritto di replicare nomi, statistiche e brand ufficiali delle leghe statunitensi di football ( NFL , AFL ed NCAA ) tagliando fuori la possibilità per i competitor di poter fare altrettanto nelle proprie simulazioni.

Una pratica, denunciano i promotori della class action, che ha portato il prezzo della serie “Madden” dai 29,95 dollari del 2005 a un prezzo superiore del 70% con l’edizione dell’anno successivo. Un sovrapprezzo che ora i videogiocatori vorrebbero vedersi restituito nei danni che pretendono da EA , calcolati sui prezzi dall’agosto 2005 fino a oggi.

“Electronic Arts avrebbe potuto continuare a competere offrendo un prezzo inferiore e/o un prodotto di maggiore qualità”, recita la causa, ma ha invece preferito la via delle “esclusive” con le leghe, puntando a loro dire sulla monopolizzazione del mercato.

A supporto delle richieste dei videogiocatori, segnala Techdirt , ci sarebbe la recente sentenza della Corte Suprema statunitense in difesa delle leghe di “fanta-baseball”, che riconosce come i dati che EA vorrebbe esclusivi e quindi sfruttabili dietro compenso – come appunto le statistiche e i nomi dei giocatori – non possano che essere di pubblico dominio e quindi accessibili a tutti. Anche ai concorrenti di EA.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 giu 2008
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