Un’operazione della Guardia di Finanza ha portato al fermo delle attività di un “pezzotto” che aveva preso piede a partire dal responsabile di Varese. Si tratta dell’ennesimo caso di truffa ai danni dei produttori tv, i quali si vedono frodati dal sistema che mette assieme distributori illegali di immagini e clienti compiacenti che acquistano il servizio a prezzo ridotto.
Il pezzotto di Varese
Il pezzotto è un sistema che consente di accedere in modo illegale ad un flusso video per il quale non si sono acquisiti regolarmente i diritti prezzo chi li detiene. Sono abbonamenti paralleli, diffusi in modo illecito, ai quali si accede a prezzi ridotti rispetto agli abbonamenti tradizionali. Da tempo le autorità minacciano ritorsioni dirette anche sui clienti e non soltanto sui responsabili della diffusione e ora qualcosa inizia a concretizzarsi in tal senso.
Nel caso di Varese, oltre al fermo del network, sono scattate anche 1800 sanzioni per un totale di circa 300 mila euro. Il giro d’affari era in questo caso minimo rispetto ad altre attività similari con volumi da milioni di euro, ma è emblematico per rappresentare la battaglia anticontraffazione che continua ad essere portata avanti per togliere flussi di denaro al malaffare e riportarli negli argini del mercato.
I contenuti oggetto di redistribuzione sono tipicamente quelli di Sky e delle piattaforme streaming quali Netflix, Disnay+ o DAZN. Per queste ultime è fondamentale annichilire la contraffazione perché solo così diventa possibile aumentare il numero degli abbonati e costruire offerte di lungo periodo che possano sortire effetti remunerativi e utili ad aumentare gli investimenti nei contenuti.