New York (USA) – La campagna legale avviata negli scorsi mesi da Software Freedom Law Center ( SFLC ), tesa a difendere il copyright del software GNU GPL BusyBox , ha coinvolto la scorsa settimana anche il gigante americano delle telecomunicazioni Verizon Communications .
Come altre tre aziende prima di lei, Verizon è accusata dagli autori di BusyBox di utilizzare il proprio software senza ridistribuirne il codice : una pratica che, come noto, vìola uno dei principi fondamentali della licenza GPL.
Come negli altri casi, SFLC afferma di aver adito le vie legali solo dopo aver segnalato l’infrazione all’azienda, ad aver inutilmente atteso per settimane una sua risposta. Una copia delle denuncia è stata pubblicata qui in formato PDF.
A violare la licenza GPL, secondo SFLC, è il router wireless MI424WR che Verizon fornisce ai clienti del proprio servizio IPTV su fibra ottica FiOS. Sebbene il dispositivo sia prodotto da Actiontec , l’organizzazione guidata dal celebre avvocato Eben Moglen ritiene che a rispondere del reato debba essere in primo luogo Verizon , ossia la società che rivende MI424WR all’utente finale. Per tale ragione SFLC ha chiesto al tribunale di emettere un’ingiunzione che vieti al colosso americano di distribuire il prodotto di Actiontec, riservandosi inoltre di chiedere l’eventuale risarcimento di danni e spese processuali.
“I nostri clienti (Erik Andersen e Rob Landley, i due principali sviluppatori di BusyBox, NdR) hanno rilasciato il proprio software sotto la GPL per garantire a tutti gli utenti la possibilità di vederne e modificarne il codice”, ha affermato Dan Ravicher, legal director di SFLC. “Dal momento che Verizon ha scelto di non replicare ai nostri reclami, ci siamo visti costretti a intraprendere una causa giudiziaria che la obblighi ad adempiere alla GPL”.
Di recente SFLC ha citato in giudizio per lo stesso motivo anche Monsoon Multimedia, High Gain Antennas e Xterasys: con la prima la questione è stata chiusa ad ottobre con un accordo extragiudiziale, mentre con le altre due il contenzioso è ancora aperto. Questa volta i legali di SFLC se la dovranno però vedere non con un piccolo produttore di hardware, ma con un colosso da 240mila dipendenti.