Violenza a Palermo: avvertimento per Telegram (update)

Violenza a Palermo: avvertimento per Telegram (update)

Il Garante della privacy ha avvertito Telegram e gli utenti delle conseguenze (anche penali) nel caso di condivisone del video della violenza di Palermo.
Violenza a Palermo: avvertimento per Telegram (update)
Il Garante della privacy ha avvertito Telegram e gli utenti delle conseguenze (anche penali) nel caso di condivisone del video della violenza di Palermo.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un avvertimento per Telegram e gli utenti del popolare servizio di messaggistica in merito all’eventuale condivisione del video che riguarda la violenza di gruppo subita da una ragazza a Palermo. L’autorità evidenzia le conseguenze, anche di natura penale, della grave violazione della privacy.

Avvertimento per Telegram e utenti

L’intervento del Garante è dovuto alla pubblicazione di vari articoli di stampa che fanno riferimento all’esistenza di due chat di gruppo su Telegram, nelle quali diversi utenti hanno chiesto la condivisione del video registrato da uno degli indagati che ha violentato la ragazza di 19 anni a Palermo.

Negli stessi articoli viene citata la condivisione dell’immagine del volto di una ragazza che corrisponderebbe alla vittima, ma non ci sono conferme. Considerata la necessità di garantire la riservatezza della vittima, “evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla, anche indirettamente, in contrasto, peraltro, con le esigenze di tutela della dignità della ragazza“, il Garante ha avvertito Telegram e gli utenti con due provvedimenti d’urgenza.

In caso di condivisione del video, la software house e gli iscritti alle due chat di gruppo violerebbero il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) con conseguenze sanzionatorie. Inoltre, la diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali è vietata dall’art. 734 bis del codice penale che prevede fino a sei mesi di carcere.

Aggiornamento (30/08/2023): il Garante ha avviato un’istruttoria nei confronti dei siti che hanno diffuso le generalità della ragazza.

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Pubblicato il
23 ago 2023
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