Washington Post: aggregatori parassiti

Washington Post: aggregatori parassiti

Parola del vicepresidente Leonard Downie Jr. Internet potrebbe essere una risorsa. Ma solo se si cambia qualcosa e se si limitano i concorrenti sleali
Parola del vicepresidente Leonard Downie Jr. Internet potrebbe essere una risorsa. Ma solo se si cambia qualcosa e se si limitano i concorrenti sleali

Leonard Downie Jr, ex direttore e ora vicepresidente del Washington Post ha attaccato gli aggregatori di notizie definendoli “parassiti che vivono sulla pelle del giornalismo prodotto da altri”.

Durante una lezione di giornalismo tenuta presso la City University di Londra, Downie ha criticato gli aggregatori online perché riempiono i propri siti di “notizie, opinioni, fotografie e video continuamente raccolti – qualcuno direbbe rubati – da altri giornali online nazionali e locali”.

L’invettiva ha poi tirato in ballo direttamente l’ Huffington Post , che secondo le ultime statistiche , ha superato anche il suo stesso Washington Post in termini di traffico: “Mostra foto e notizie di gossip per gonfiare i propri numeri, la definisce una nuova forma di giornalismo, ma non è altro che parassitismo”.

Anche gli altri aggregatori, come Drudge Report e NewsNow , userebbero come esca “sesso e gossip” o facendo appello a “facili pregiudizi politici” per catalizzare i bassi istinti degli utenti online.

Detto ciò, ha anche sottolineato come Internet sia di per sé una risorsa che può servire a migliorare il giornalismo in quanto permette una maggior pervasività delle notizie rintracciate, una diffusione mondiale e un controllo dei fatti incrociato grazie anche alla collaborazione dei lettori.

Per sfruttare al meglio la Rete, tuttavia, occorrerebbe, a parere di Downie Jr, anche cambiare la struttura dei giornali, o almeno il business che li sorregge.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
24 set 2010
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