Wintek avvelenava i suoi operai?

Wintek avvelenava i suoi operai?

L'azienda cinese che produce per Apple e Sony si è vista citata in tribunale da un gruppo di lavoratori. Sostengono di essere stati costretti a lavorare con agenti chimici senza le dovute precauzioni
L'azienda cinese che produce per Apple e Sony si è vista citata in tribunale da un gruppo di lavoratori. Sostengono di essere stati costretti a lavorare con agenti chimici senza le dovute precauzioni

Ci sono quarantaquattro firme in calce alla denuncia pervenuta agli uffici amministrativi di Wintek, azienda di Taiwan che, al pari di Foxconn, costruisce gran parte dei gadget tecnologici ideati da Sony, Apple a tante altre aziende multinazionali dell’IT. Secondo quanto si apprende dal documento, i lavoratori dello stabilimento di Suzhou, nella Cina continentale, sarebbe stati costretti a utilizzare n-esano , un componente chimico utilizzato per la pulizia di schermi LCD, senza le adeguate protezioni, provocando così diversi casi di avvelenamento.

Nella sola estate 2009 sono stati ricoverati 62 dipendenti di Wintek a causa dell’esposizione prolungata all’agente chimico, che tra l’altro possiede anche proprietà narcotiche e può irritare gravemente occhi, vie respiratorie ed epidermide: nei casi più gravi si sono verificate nausea e vertigini .

Non è la prima volta che nella Repubblica Popolare Cinese vengono segnalate condizioni di lavoro precarie per i lavoratori delle aziende hi-tech. A marzo Apple aveva condotto un’indagine interna per verificare la genuinità della sua attivita in appalto in loco, ma i risultati avevano evidenziato diverse violazioni tra cui lo sfruttamento del lavoro minorile e l’erogazione di stipendi al di sotto degli standard nazionali.

Non bastassero le autodenuncie da parte delle aziende, in ultima istanza si sono aggiunte anche le organizzazioni ambientaliste cinesi, le quali hanno prodotto un documento in cui viene provato l’impatto ambientale negativo delle installazioni industriali che producono per le grandi multinazionali.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 17 mag 2010
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