WorldCom in bancarotta, la rete non si ferma

WorldCom in bancarotta, la rete non si ferma

L'azienda spera in 12 mesi di uscire dal tunnel e assicura: il traffico internet non risentirà del collasso. Quasi metà dei dati girano su reti WorldCom
L'azienda spera in 12 mesi di uscire dal tunnel e assicura: il traffico internet non risentirà del collasso. Quasi metà dei dati girano su reti WorldCom


Roma – Tutto come previsto la scorsa settimana: WorldCom ha chiesto il regime di bancarotta dopo essere stata sommersa dagli scandali sulla contabilità e travolta dalla reazione degli investitori.

Non era mai accaduto che una società delle dimensioni di WorldCom negli USA finisse in bancarotta ed è quindi prevedibile che un titano di questo genere, nel cadere, sollevi non poca polvere e agiti i mercati, non solo quelli nazionali e non solo quelli legati alle telecomunicazioni, settore di cui WorldCom è stato uno dei player di maggiore rilievo.

Sul piano tecnico, WorldCom ora finisce sotto la tutela del Chapter 11 che riguarda la bancarotta, una tutela che darà modo all’azienda di rivedere integralmente i propri conti, le proprie partnership e la propria compagine societaria. Per il futuro, dunque, non proprio tutto è perduto. Dopo quanto accaduto il CEO di WorldCom, John Sidgmore, ha dichiarato che “poiché andiamo a ristrutturare i nostri conti e ridurre il debito, credo che potremo emergere dal Chapter 11 come azienda più forte e più sana”.

Tutte le attività internazionali di WorldCom non sono incluse nel regime di bancarotta previsto dal Chapter 11. E questo significa probabilmente una minore tranquillità per gli oltre 40mila dipendenti WorldCom impegnati in ben 65 diversi paesi.

Per il traffico dati di internet nel mondo problemi non dovrebbero esservi. Se WorldCom da un lato controlla le infrastrutture sulle quali gira praticamente metà del traffico internet totale, dall’altro l’azienda può contare su 2 miliardi di dollari di fondi debtor-in-possession con i quali potrà probabilmente riuscire a conservare i propri dipendenti e a mantenere attive le proprie strutture.

Inevitabili le ripercussioni sui mercati, che ieri sembravano in balìa dei flutti, tanto da spingere il presidente americano George W. Bush a dichiarare il proprio ottimismo: “Il futuro sarà luminoso”. Bush ha insistito sulla necessità di trasparenza amministrativa nelle aziende e ha ricordato che i fondamentali dell’economia USA sono in ottima salute…

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Pubblicato il
23 lug 2002
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