WoW, che storia!!

WoW, che storia!!

Bistrattati, etichettati, derisi: sono i giocatori del più celebre gioco di ruolo mai esistito. In alcuni casi ci spendono su molto, moltissimo, rivendicando il diritto ad essere diversi
Bistrattati, etichettati, derisi: sono i giocatori del più celebre gioco di ruolo mai esistito. In alcuni casi ci spendono su molto, moltissimo, rivendicando il diritto ad essere diversi

Un mondo sempre più vasto e variegato quello dei gamer estremi , popoli che abitano i mondi virtuali di titoli ormai storici come World of Warcraft : dagli account multipli all’hardware progettato e realizzato appositamente per il gioco, dalla vendita dei personaggi virtuali ai gadget per estendere la durata delle sessioni di gioco, in ballo non c’è solo la passione, ci sono anche i denari, e tanti.

il logo del celebre gioco Una vera ossessione quella per il gioco online che attira sempre più utenti : c’è chi parla dipendenza, di utenti schiavi del gioco, che mai si saziano. Una delle forme di gaming meno nota e molto discussa è sicuramente quella del multiboxing : dietro ad un nickname come Bradster non si nasconde un giocatore qualunque ma il burattinaio di una vera e propria armata di maghi, druidi, e mitologici personaggi da battaglia. In tutto 36 account che si muovono, giocano, ammazzano contemporaneamente. Impossibile? Tutt’altro, grazie ad una mega-postazione di gioco composta da una dozzina di portatili, svariati mouse e tastiere: è così che ci si diverte, soprattutto se si ritiene di non poter fare troppo affidamento su altri utenti online per effettuare spedizioni punitive o azioni di gioco collettive. In questo modo si arriva a spendere 5,700 dollari annuali tra dazi, espansioni e affini.

Una cifra dopo tutto abbordabile, stando alle parole dello stesso Bradster : “Tutto ciò mi costa per la precisione 5,711 dollari l’anno per quanto riguarda i costi di abbonamento per 36 account. Non male, considerando che per me si tratta di un hobby e che di hobby là fuori ve ne sono molti assai più costosi di World of Warcraft” ha dichiarato.

Del resto ognuno dispone dei propri soldi e del proprio tempo libero come meglio crede e il caso di Bradster è tutto meno che isolato. Casi di account multipli e di utenti che investono cifre di denaro considerevoli, non sono così rari: è consuetudine comprare personaggi preconfezionati, costruiti dalle sapienti mani di esperti, come se fosse un vero e proprio allevamento di cuccioli. Un’attività per arrotondare, magari, che a volte permette di tirar su bei gruzzoli di denaro: circa un anno fa è stata riportata da molti siti del settore la vendita di una delle armi più potenti del gioco, denominata Twin Blades of Azzinoth , per la cifra record di 9,500 dollari, vendita che stando a quanto riportato da Destructoid , non è andata a buon fine per l’acquirente.

Stando alle cronache, lo scambio di account relativo al potentissimo personaggio sarebbe stato bloccato in maniera tempestiva da Blizzard, che produce il gioco, e che avrebbe successivamente bannato l’incauto acquirente: la vendita di personaggi o account viola la EULA del gioco, come sancito nelle condizioni d’uso diffuse dalla softwarehouse. Nonostante ciò, non è difficile imbattersi in mercati in cui per quattrini reali ci si può aggiudicare un nuovo personaggio virtuale, con relative abilità. Il tutto, sperando di non farsi sgamare dall’occhio vigile della casa madre.

Dalla propensione allo spendere di molti appassionati sono nati vari prodotti, come World of Warcraft MMO Gaming Mouse , periferica potenziata con 15 tasti per poter gestire ogni singolo aspetto della partita con una sola mano. Grazie alla stessa ottica, alcuni device con destinazione d’uso differente vengono reinventati per scopi ben meno nobili: succede con l’ Anti Sleep Driving Alarm di Think Geek, inizialmente ideato per salvare i guidatori dai colpi di sonno, prima di essere convertito a gadget per rimanere svegli durante le lunghe sessioni di gaming online.

Folle? No, neanche per sogno. Nonostante certe critiche siano spesso spietate , i multigiocatori non ci stanno: “Noi tutti siamo qui per divertirci e alcuni scelgono di divertirsi a modo loro. Ciò non comporta necessariamente il vivere in cantina o non avere una vita sociale. Rispetto pienamente la passione e l’impegno che Bradster ed altri mettono nei loro hobby… Non è convenzionale? Certo, ma dove saremmo se fossimo tutti uguali?” dichiara Xzin, appassionato moderatore del forum di Dual-Boxing.com.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
13 ott 2008
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