Zimbabwe, tortura per dei video online

Zimbabwe, tortura per dei video online

Munyaradzi Gwisai, docente di legge presso l'università dello Zimbabwe, sarebbe stato arrestato e torturato insieme ad altri studenti per aver mostrato in aula alcuni video delle proteste scoppiate in Nordafrica
Munyaradzi Gwisai, docente di legge presso l'università dello Zimbabwe, sarebbe stato arrestato e torturato insieme ad altri studenti per aver mostrato in aula alcuni video delle proteste scoppiate in Nordafrica

Gli strascichi delle recenti rivolte politiche scoppiate in Tunisia e in Egitto arrivano fino in Zimbabwe. Sembra , infatti, che un docente di giurisprudenza dell’Università del paese africano sia stato arrestato e torturato per tradimento , accusato di aver mostrato a un gruppo di studenti alcuni video delle immagini dei tumulti nordafricani.

Munyaradzi Gwisai avrebbe avuto la colpa di introdurre alla sua classe nuovi argomenti di discussione quali, appunto, le rivolte di Tunisia ed Egitto testimoniate da alcune clip di Al Jazeera e BBC, video che sono circolati in rete, anche rilanciati online da siti di attivisti dello Zimbabwe da cui avrebbe attinto il docente.

Gli agenti di polizia avrebbero sequestrato laptop, DVD e videoproiettori prima di arrestare il docente insieme ad altre 45 persone tra studenti e impiegati del Centro di Lavoro e Legge dell’Università. Dopo cinque ore di custodia cautelare, Gwisai sarebbe stato torturato insieme ad altri cinque suoi compagni di cella i cui segni sarebbero stati certificati .

C’erano “segni di violenze sul corpo di tutti i detenuti, sotto i piedi e sulle natiche, procurati attraverso l’uso di manici di scopa, spranghe di metallo, pezzi di legno e oggetti appuntiti”, riporta il quotidiano The Zimbabwean all’interno di un resoconto sui procedimenti giudiziari in corso.

Guardare video caricati in Rete può essere considerata una colpa grave sotto il regime di Robert Mugabe, capo del paese africano nel quale 9 individui su 10 non possiedono Internet e la TV via cavo è considerata un bene di lusso.

“Loro tenevano incontri regolari nei quali proiettavano film e documentari riguardanti diverse questioni sociali”, afferma Bloemen, operatore delle Nazioni Unite di stanza a Johannesburg. “In occasione degli eventi accaduti in Egitto e Tunisia, la loro intenzione era quella di organizzare un incontro e un dibattito circa quegli argomenti”, conclude. Shantha Bloemen, moglie di Gwisai, ha confessato a Wired che l’intenzione di suo marito è stata quella di raccogliere gli studenti del corso per ascoltare le notizie provenienti dal Nordafrica per poi tenere un dibattito accademico sul tema della democrazia.
Il titolo del seminario sarebbe stato: “Rivolte in Egitto e Tunisia. Quale lezione per Zimbabwe e Africa”.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
2 mar 2011
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