Gli accordi sottoscritti dal governo statunitense con Intel e NVIDIA devono essere ancora formalizzati. Al momento rimangono solo sulla carta perché sono in corso valutazioni (anche legali) da parte del Dipartimento del Commercio. Intel ha intanto ricevuto i 5,7 miliardi di dollari promessi, mentre NVIDIA attende il documento scritto sulla famosa commissione del 15%.
Intel non può vendere le fonderie
In base all’accordo sottoscritto con il governo, Intel riceverà 8,9 miliardi di dollari in cambio del 9,9% di azioni ordinarie. Questa somma corrisponde ai sussidi erogati sulla base del CHIPS and Science Act. Durante una conferenza con gli investitori, David Zinsner (Chief Financial Officer) ha comunicato che Intel ha ricevuto i 5,7 miliardi di dollari promessi.
Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che l’accordo è ancora in fase di definizione da parte del Dipartimento del Commercio. La questione principale da risolvere riguarda la possibilità di convertire i sussidi in azioni. Secondo alcuni avvocati non è legale. La stessa Intel ha evidenziato questo rischio nel documento inviato alla SEC.
Il CFO ha sottolineato che il governo non vuole la vendita di Intel Foundry. Ecco perché l’accordo prevede un altro 5% di azioni se la quota dell’azienda scende sotto il 51%. Secondo Zinsner non accadrà. Intel Foundry ha perso circa 3,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre. Il CEO Lip-Bu Tan aveva dichiarato che il processo Intel 14A potrebbe essere cancellato se non ci saranno grandi clienti. Un uso esclusivamente interno non è economicamente sostenibile.
NVIDIA non paga nulla senza conferma scritta
Nel comunicato stampa relativo ai risultati finanziari del secondo trimestre, NVIDIA scrive che non ha venduto nessuna GPU H20 in Cina. L’amministrazione Trump ha concesso la licenza per l’esportazione in cambio del 15% delle entrate.
Anche in questo caso sono in corso verifiche sulla legalità dell’accordo. Colette Kress, Chief Financial Officer di NVIDIA, ha dichiarato che non c’è ancora un documento scritto. La licenza è invece già disponibile, quindi (teoricamente) NVIDIA potrebbe nuovamente vendere le GPU in Cina senza pagare la commissione al governo.