Adidas: il furto dei dati riaccende il dibattito sulle password

Adidas: il furto dei dati riaccende il dibattito sulle password

Dopo l'attacco hacker ad Adidas, gli esperti consigliano l’uso delle passkey, sono più sicure delle password e a prova di furto.
Adidas: il furto dei dati riaccende il dibattito sulle password
Dopo l'attacco hacker ad Adidas, gli esperti consigliano l’uso delle passkey, sono più sicure delle password e a prova di furto.

Adidas ha subito un attacco informatico che ha compromesso alcuni dati dei clienti. L’azienda ha reagito subito bloccando la falla e collaborando con esperti di cybersicurezza per capire cosa fosse successo.

Adidas sotto attacco hacker, cos’è successo

La buona notizia è che password e informazioni di pagamento sono rimaste al sicuro. Gli hacker hanno rubato solo i dati di contatto di chi in passato aveva scritto o chiamato l’assistenza clienti. Quante persone sono state coinvolte, l’azienda non lo dice, ma dal 23 maggio ha iniziato a mandare email di avviso ai clienti colpiti e ha avvertito anche le autorità.

Sebbene Adidas insista sul fatto che non sono trapelate password, l’incidente serve a ricordare quanto sia importante rispettare le varie istruzioni relative alla sicurezza degli account online. In particolare, si consiglia vivamente di non utilizzare la stessa password ovunque. Se la password trapela su un servizio, gli hacker potrebbero tentare di utilizzarla sugli altri account online.

Le passkey come soluzione al furto di dati

Le passkey potrebbero essere la soluzione a tutti questi problemi. Questa tecnologia, già adottata dalle grandi piattaforme e da molti servizi online, funziona in modo completamente diverso dalle password tradizionali. Il trucco sta nella crittografia a chiave pubblica. Quando ci si registra su un sito, il dispositivo crea due chiavi. Quella pubblica finisce sui server dell’azienda, ma quella privata rimane solo nel proprio telefono o computer. Anche se gli hacker riescono a rubare i dati dal server, trovano solo la chiave pubblica, e da sola serve a ben poco.

Come spiega Google sul suo sito: “Un criminale informatico non può risalire alla chiave privata dell’utente partendo dai dati rubati dal server, eppure quella chiave privata è indispensabile per completare l’autenticazione. In pratica, anche se il sito viene violato, l’account rimane protetto.

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Pubblicato il
28 mag 2025
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