L’agenzia europea per la cybersecurity (ENISA) ha confermato che a mandare in tilt gli aeroporti nel fine settimana è stato un attacco ransomware, proprio come si sospettava. La natura malevola di quanto accaduto era stata resa nota fin da subito. Tra gli scali colpiti ci sono Heathrow a Londra, Berlino-Brandeburgo e Bruxelles. Per quello tedesco, i problemi non sono ancora finiti.
Attacco ransomware agli aeroporti europei
Tutto ha avuto inizio nella notte tra venerdì e sabato, quando il sistema utilizzato per il check-in automatico fornito dall’azienda Collins Aerospace ha smesso di funzionare correttamente. Subito si sono create lunghe code e disagi tali da portare alla cancellazione di decine di voli.
ENISA non ha confermato l’origine dell’attacco, ma i sospetti sono immediatamente ricaduti su gruppi vicini alla Russia. Le forze dell’ordine sono coinvolte nell’indagine
, questa la dichiarazione affidata a Reuters.
Dal canto suo, Collins Aerospace è ancora al lavoro per ripristinare il sistema e tornare a una situazione di normalità. Si è reso necessario un aggiornamento che sarebbe nelle fasi finali della distribuzione.
L’aeroporto di Berlino è quello che, nella giornata di ieri, ha vissuto la situazione più critica, a causa dell’intenso traffico legato alla maratona che si è corsa nella capitale tedesca. Per ovviare almeno in parte al problema, lo staff dello scalo è tornato ad accettare carte d’imbarco scritte a mano, come decenni fa. A Bruxelles, invece, sono state allestite postazioni di fortuna con computer e tablet per velocizzare le procedure di check-in.
Rimane da capire quale sia il ransomware utilizzato e, come già scritto, da dove ha avuto origine l’attacco. Azioni di questo tipo, indirizzate ai sistemi impiegati dalle infrastrutture critiche, si inseriscono nel contesto di una cyberwar che prosegue fin dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina e che, in alcune occasioni, ha colpito anche obiettivi italiani.