AGCM in audizione: 5G, tra incertezze e futuro

AGCM in audizione: 5G, tra incertezze e futuro

L’audizione del Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Filippo Arena, è l’occasione per fare il punto della situazione sul mercato del 5G dal punto di vista privilegiato dell’Authority. L’AGCM, infatti, sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione ed intende proseguire con sollecitudine affinché l’Italia, partita in anticipo rispetto agli altri paesi sulla strada del 5G, non perda ora – per colpa di ritardi e inefficienze – il vantaggio acquisito.

5G e legislazione

Secondo Arena occorre anzitutto agire per fare in modo che l’Italia non si perda in una inspiegabile frammentazione legislativa, che crea differenti giurisprudenze a seconda del livello istituzionale a cui si interviene sul tema. La direzione deve essere univoca, l’orizzonte deve essere uno solo e le normative devono essere tutte uniformate alla medesima impronta:

Talune normative, infatti, fissano limiti e divieti ingiustificati o non proporzionati all’installazione di impianti di telecomunicazione o stabiliscono procedure amministrative di autorizzazione all’installazione degli impianti difformi rispetto a quanto previsto dal quadro normativo statale. Inoltre, l’Autorità ha auspicato l’adozione di un indirizzo nazionale al fine di uniformare l’iter autorizzativo da seguire in caso di realizzazione di impianti di telecomunicazione, definendo chiaramente le procedure e i moduli da utilizzare e chiarendo le disposizioni che possono dar luogo a dubbi interpretativi e applicativi idonei a rallentare gli investimenti.

5G e concorrenza

La rimozione degli ostacoli ingiustificati allo sviluppo delle reti 5G“, spiega l’Arena, “consente di promuovere la concorrenza nei mercati delle comunicazioni elettroniche con ricadute positive sui livelli di servizio erogati ai consumatori e alle imprese, nonché sulla competitività dell’Italia a livello internazionale“. Ecco perché ogni rallentamento ed ogni disomogeneità normativa va interpretata come un inutile ostacolo dalle ricadute potenzialmente negative sulla competitività del sistema paese in prospettiva.

L’analisi del Segretario Generale AGCM ha inoltre sottolineato come l’ecosistema del 5G che sta emergendo abbia favorito il dialogo tra le aziende per giungere ad investimenti di maggior efficienza (senza la costruzione ridondante di nuove reti) ed al contempo abbia stimolato la concorrenza tra le parti per far sì che si potesse approdare ad un mercato della connettività più sano ed equilibrato.

Interessante è inoltre la puntualizzazione relativa alla Net Neutrality, aspetto che l’AGCM intende preservare senza tuttavia posizioni aprioristiche e di principio:

Nelle reti 5G le tecniche di slicing e di orchestration consentono di creare e gestire separazioni virtuali nelle reti, ottimizzando la connessione in funzione della tipologia del servizio. Ciò in quanto alcuni servizi potranno avere bisogno di una capacità di trasmissione elevata e continua mentre altri servizi avranno l’esigenza di connettere numerosi dispositivi che generano bassi livelli di traffico. L’architettura delle reti 5G, dunque, può consentire forme di management del traffico idonee a migliorare la performance e la flessibilità complessiva del sistema.

La neutralità della rete“, precisa Arena, “non appare ad oggi costituire un ostacolo né agli investimenti né tanto meno alla sicurezza delle reti, ma rimane necessario per garantire un ecosistema Internet aperto e dinamico“.

5G e sicurezza

Un cenno doveroso viene inoltre stilato sul tema della sicurezza, ove Huawei (al centro della diatriba contro gli USA) è messa al pari di Ericsson, Nokia, Qualcomm e altre aziende impegnate nel comparto:

L’importanza strategica che avranno le reti 5G – non solo per le comunicazioni mobili, ma anche come infrastruttura di base per i nuovi ecosistemi digitali dell’IoT e delle smart city – impone la necessità di prestare una particolare attenzione alla sicurezza e all’integrità delle reti. In questo senso, le decisioni degli operatori in materia di sicurezza cibernetica possono potenzialmente generare esternalità sistemiche di grande impatto; nel lungo periodo, i costi per la società derivanti dai rischi di reti non sicure possono ben eccedere i risparmi conseguibili da un operatore nel breve periodo per l’acquisto di dispositivi meno costosi. Spetta, dunque, alle autorità competenti assicurare il rispetto di standard minimi di sicurezza tenuto conto dei rischi e dei costi  complessivi che possono derivare dai rischi per l’integrità delle reti.

Fonte: AGCM
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Pubblicato il 18 set 2019
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