AGCOM, relazione sull'Italia digitale

AGCOM, relazione sull'Italia digitale

Presentata in Parlamento l'ultima relazione annuale sulle attività svolte dall'Autorità tricolore. Tra digital divide e difficoltà nello sviluppo di reti NGN, fino all'imminente audizione sulla tutela del diritto d'autore online
Presentata in Parlamento l'ultima relazione annuale sulle attività svolte dall'Autorità tricolore. Tra digital divide e difficoltà nello sviluppo di reti NGN, fino all'imminente audizione sulla tutela del diritto d'autore online

Dalle nuove forme di tutela del diritto d’autore al pesante divario digitale italiano, è una settimana di fuoco per i commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), a cominciare dalla presentazione in Parlamento dell’ultima relazione annuale sulle attività e gli interventi tra reti elettroniche, servizi di telecomunicazione e sviluppo delle connessioni in banda larga.

Con un lungo discorso nella sala della Regina di Palazzo Montecitorio, il presidente di AGCOM Angelo Marcello Cardani ieri ha illustrato i principali risultati maturati dalla sua Autorità, soffermandosi in particolare sul digital divide che continua ad affliggere il Belpaese. L’Italia è infatti al quarto posto nella classifica dei paesi europei dove una grossa fetta della popolazione non ha mai avuto accesso al Web, con un totale del 37,2 per cento contro una media comunitaria del 22,4 .

“Se oggi non siamo ancora un paese ad alfabeto pienamente digitale – e lo scoreboard dell’Agenda Digitale europea inesorabilmente ce lo ricorda – in pochi anni, anche solo per inerzia, lo potremmo diventare. Grazie soprattutto ai giovani bandivori ha spiegato Cardani in Parlamento. Il presidente di AGCOM spera infatti in quel 13 per cento di popolazione al di sotto dei 15 anni, quei cosiddetti “nativi digitali” che ormai considerano scontata la disponibilità di connessione ad Internet in qualsiasi luogo o modalità.

Allo stesso tempo, Cardani ha ammesso un vistoso ritardo nello sviluppo delle reti di nuova generazione (NGN), praticamente “ferme al palo”. Nel comparto TLC i ricavi del 2012 sono scesi del 6,4 per cento a 37,9 miliardi di euro contro gli oltre 40 del 2011 . L’ultimo rapporto Asstel ha invece stimato a 48,6 miliardi di euro il fatturato 2012 dell’intera filiera delle TLC inclusi operatori, fornitori di apparati e terminali e call center, un calo del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente. Il traffico sta languendo sulle reti fisse (-7,5 per cento), a fronte di risultati ben più prosperi (+6 per cento) sulle reti mobili.

Sul fronte degli investimenti per lo sviluppo NGN, Cardani vorrebbe intervenire a livello regolatorio: “la separazione della rete di accesso e il modello di equivalence of input possono costituire in tal senso un’opportunità se finalizzate a promuovere lo sviluppo delle reti di nuova generazione, con tempi e azioni guidati dalle imprese e a condizioni paritetiche”.

Passando alla questione scorporo della rete da parte di Telecom Italia, Cardani si è complimentato per una iniziativa “coraggiosa ed innovativa, che può rappresentare una soluzione permanente alla contrapposizione incumbent /entranti tipica delle industrie di Rete: tanto più lo scorporo sarà ampio (con il perimetro degli asset ceduti comprendenti anche elementi attivi di rete) e profondo (verso una separazione effettiva del controllo) tanto più il dividendo regolamentare potrà essere significativo”.

In attesa dell’ audizione sulla nuova bozza di regolamentazione per la tutela della proprietà intellettuale sulle reti di comunicazione elettronica – oggi nel pomeriggio presso le commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera – i vertici di AGCOM puntano ad una triplice strategia tra educazione alla legalità, valorizzazione e promozione dell’offerta legale, una efficace azione di enforcement attraverso l’adozione di un regolamento “rispettoso dei principi di garanzia, ragionevolezza, proporzionalità dell’azione amministrativa”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
10 lug 2013
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