Le ultime statistiche condivise da Similarweb in merito alle quote di mercato dei chatbot AI fotografano l’evoluzione di un settore in cui OpenAI continua a dominare, forte della leadership acquisita arrivando per prima, ma con una quota in costante flessione. Prendendo in considerazione il traffico generato, a inizio dicembre ChatGPT è risultato ancora in testa con il 68,0% (-19,2% in un anno), ma alle sue spalle i concorrenti stanno recuperando velocemente terreno.
AI: ChatGPT perde terreno, cresce Gemini
È il caso di Gemini, salito al 18,2% (+12,8% in dodici mesi) grazie alla sua profonda integrazione nell’ecosistema di servizio gestito da Google e nei dispositivi mobile basati sulla piattaforma Android. Segno positivo anche per Grok di X, seppur con una fetta della torta molto più modesta, al 2,9% (+0,8% in un semestre). È comunque il segnale di una tendenza favorevole per il prodotto di Elon Musk.

Sul terzo gradino del podio c’è DeepSeek al 3,9% (-1,4% in sei mesi), fermato dai tanti ban che lo hanno colpito a livello internazionale a causa della sua natura Made in China, anche in Italia. Seguono poi Perplexity al 2,1% (+0,1% in un anno) e Claude al 2,0% (+0,4% in un anno).
Merita una menzione a parte Copilot, fermo all’1,2%. In dodici mesi ha perso lo 0,3%, nonostante l’impegno profuso da Microsoft che ha cercato di infilarlo ovunque, a partire dal sistema operativo Windows 11 e dalle sue applicazioni preinstallate. Non è una buona notizia per il gruppo di Redmond, che ha fin qui puntato molto sul progetto e che ora ha esigenza di monetizzare gli investimenti attraverso il suo utilizzo.
Tutto questo è avvenuto nel contesto di un anno, il 2025, in cui abbiamo normalizzato l’intelligenza artificiale. Oggi, gli strumenti riconducibili a questo ambito fanno parte della routine quotidiana per molti di noi, integrati nel flusso di lavoro quando abbiamo a che fare con la produttività e con ciò che facciamo nel tempo libero.