Amazon e l'Italia: 180 milioni di euro per chiudere le indagini

Amazon e l'Italia: 180 milioni di euro per chiudere le indagini

Amazon chiude le indagini su pratiche fiscali e di lavoro, versando 180 milioni e rinunciando a un sistema di monitoraggio dei driver.
Amazon e l'Italia: 180 milioni di euro per chiudere le indagini
Amazon chiude le indagini su pratiche fiscali e di lavoro, versando 180 milioni e rinunciando a un sistema di monitoraggio dei driver.

Fonti rimaste anonime hanno riferito a Reuters di un accordo trovato da Amazon con il nostro paese che permette alla divisione italiana della società di concludere le indagini in corso su presunte frodi fiscali e pratiche di lavoro illegali. Fra i termini della transazione c’è il versamento di un totale pari a circa 180 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate.

I termini dell’accordo tra Amazon e l’Italia

Per approfondire quanto accaduto rimandiamo a un articolo del luglio 2024. Fa riferimento a un sequestro da 121 milioni di euro, eseguito dalla Guardia di Finanza. L’investigazione aveva portato alla luce il mancato versamento di IVA e altri oneri oltre all’emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera.

Amazon avrebbe inoltre accettato di smantellare o comunque di rivedere un sistema di monitoraggio ritenuto non conforme e impiegato per il personale addetto alle consegne. I driver sono stati descritti al pari di puntini rossi su una mappa. Riportiamo di seguito in forma tradotta la dichiarazione attribuita all’azienda.

Abbiamo chiarito la nostra posizione con le autorità competenti, che hanno riconosciuto gli elevati standard del nostro modello di collaborazione con i partner di consegna. Il nostro impegno con le istituzioni italiane e con gli altri stakeholder ha migliorato la conformità nell’intero settore.

Come sottolinea Reuters, nell’ultimo biennio altre decine di società hanno siglato accordi simili con l’obiettivo di chiudere indagini su pratiche dello stesso tipo (i cosiddetti serbatoi di manodopera), portando nelle casse dello stato oltre un miliardo di euro. Sui registri della Procura di Milano, per questioni relative alle pratiche di assunzione, sono finite tra le altre le divisioni italiane di DHL, FedEx e UPS, oltre alla catena di supermercati Esselunga.

La notizia è stata anticipata da Il Sole 24 Ore. Aggiorneremo l’articolo con eventuali altre posizioni ufficiali ricevute dalla società.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
5 dic 2025
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