Amazon, nuovi scioperi tedeschi

Amazon, nuovi scioperi tedeschi

Ancora agitazioni davanti ai cancelli della divisione tedesca di Amazon. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: i sindacati vogliono più diritti e un trattamento dei lavoratori in linea con la legislazione nazionale
Ancora agitazioni davanti ai cancelli della divisione tedesca di Amazon. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: i sindacati vogliono più diritti e un trattamento dei lavoratori in linea con la legislazione nazionale

L’organizzazione sindacale Ver.di ha promosso una nuova serie di scioperi presso i centri di distribuzione Amazon presenti in Germania, un’iniziativa che vorrebbe spingere il colosso statunitense della vendita online ad accettare le regole già seguite da tutti gli altri operatori attivi nel paese.

Ver.di ha in passato ottenuto un piccolo aumento nella paga dei dipendenti tedeschi di Amazon, ma ora gli scioperi chiamano a raccolta i lavoratori dei centri di Lipsia, Bad Hersfeld, Graben e Rheinberg affinché premano sulla corporation e la costringano ad accettare una contrattazione collettiva.

Il diritto dei lavoratori a un contratto collettivo è legalmente garantito in Germania, spiega il sindacato , ed è preferibile alle paghe arbitrariamente stabilite da Amazon senza che il sindacato abbia possibilità di esprimersi in merito tramite la cosiddetta mitbestimmung ( cogestione ).

Ver.di si batte per i 9mila lavoratori impegnati nei 9 centri distributivi di Amazon in Germania e chiede il rispetto della legislazione pensata per il settore del commercio al dettaglio e delle vendite via posta. Amazon risponde sostenendo di essere un’azienda che si occupa di logistica e che quindi paga i propri dipendenti con cifre già superiori allo standard di quel particolare mercato.

La lotta tra Amazon e i lavoratori si trascina di sciopero in sciopero , organizzati dai sindacati, ma gli attriti non si limitano al mercato del lavoro: si sono mossi librai ed editori per denunciare di violazione delle leggi anti-monopolio. Nel resto del mondo ci sono altri fronti aperti .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 set 2014
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