Amazon Prime Video ha appena annunciato il lancio dei riassunti video generati dall’AI per aiutare gli spettatori a ricordare cosa diavolo era successo nella stagione precedente senza dover rivedere dieci ore di episodi o affidarsi ai riassuntoni scritti dai fan sui vari forum.
Prime Video: l’AI crea riassunti cinematografici delle serie TV
La funzione, che partirà in versione beta per alcuni Prime Originals selezionati come “Fallout“, “Tom Clancy’s Jack Ryan” e “Upload“, sfrutta l’intelligenza artificiale generativa per creare sintesi delle stagioni che Amazon definisce di qualità cinematografica
. In pratica, l’AI confeziona recap completi di narrazione, dialoghi e colonna sonora, che dovrebbero rinfrescare la memoria.
Prime Video aveva già lanciato l’anno scorso una funzione simile chiamata “X-Ray Recaps”, che riassume stagioni complete, episodi singoli o persino parti di episodi. Ma erano principalmente testuali, mentre questi nuovi riassunti video sono un salto di qualità. Amazon ha assicurato che il suo modello di intelligenza artificiale è dotato di barriere di sicurezza per evitare spoiler accidentali, tipo rivelare il colpo di scena finale mentre si sta ancora a metà stagione.
I riassunti testuali generati dall’AI sono un po’ ovunque. Anche Google propina sintesi AI (non richieste) in cima ai risultati di ricerca. Ma i riassunti video sono un territorio nuovo. Potrebbero sembrare più invadenti nell’esperienza di visione rispetto a un recap testuale, oppure potrebbero rivelarsi una benedizione per chi non ricorda assolutamente nulla e non ha voglia di riguardarsi tre stagioni per capire chi è morto e perché.
La corsa all’AI nel settore streaming
Amazon non è sola in questa corsa all’intelligenza artificiale applicata ai contenuti video. YouTube TV ha una funzione chiamata “Key Plays” che aiuta gli spettatori a mettersi al passo con le partite sportive già iniziate, identificando le azioni chiave. Non è perfetta, l’algoritmo sembra capace di riconoscere solo le giocate offensive nel baseball, ma è bastato per far vincere a YouTube TV il suo primo Technical Emmy Award.
Netflix, dal canto suo, sta usando l’AI generativa direttamente nella produzione dei suoi contenuti, ma non solo. All’inizio di quest’anno ha dichiarato di aver usato per la prima volta l’intelligenza artificiale nel montaggio finale della serie argentina “The Eternaut” per creare una scena di un edificio che crolla. Poi è arrivato “Happy Gilmore 2”, dove l’AI ha ringiovanito i personaggi nella scena iniziale, e “Billionaires’ Bunker”, dove i produttori l’hanno usata in pre-produzione per immaginare guardaroba e scenografie.
E Hollywood sta a guardare…
L’uso dell’AI nell’industria cinematografica è diventato un campo minato di discussioni accese. Gli artisti temono che questi strumenti, spesso addestrati senza permesso sulle loro opere, possano mettere a rischio il loro sostentamento.
Dall’altra parte c’è chi sostiene che strumenti che velocizzano compiti noiosi e ripetitivi, tipo certi aspetti dell’animazione o degli effetti speciali, potrebbero in realtà ampliare la capacità creativa degli artisti invece di rimpiazzarli.