Amazon espande Community Requests su Ring. In pratica, la polizia può inviare richieste agli utenti per chiedere eventuali video registrati dalle telecamere di sorveglianza utili alle indagini. La partecipazione è facoltativa, gli utenti ricevono una notifica e decidono autonomamente se condividere o ignorare la richiesta.
Ring ha introdotto Community Requests negli Stati Uniti all’inizio di quest’anno. Ora l’azienda sta estendendo l’accesso alla funzione alle agenzie che usano Nova e FlockOS di Flock Safety, sistemi per la gestione delle prove e le indagini criminali.
Amazon Ring permette alle forze dell’ordine di richiedere i filmati, come funziona
Le agenzie di pubblica sicurezza locali autorizzate possono richiedere i filmati agli utenti Ring che si trovano nelle vicinanze di un incidente specifico. Ring afferma che queste richieste sono soggette a “rigorose misure di protezione della privacy”, una frase che ogni azienda tecnologica usa quando vuole farti sentire al sicuro mentre fa cose che forse dovremmo trovare un po’ inquietanti.
Le agenzie devono specificare la posizione esatta, un intervallo di tempo, un codice di indagine univoco e i dettagli dell’incidente prima di poter effettuare una richiesta. Solo dopo tutti questi controlli la richiesta viene inviata in modo sicuro a Ring, che poi la gira agli utenti nella zona interessata. È come un mandato di perquisizione digitale, ma senza giudice. È l’utente che decide volontariamente se collaborare o meno.
Ring sottolinea che gli utenti riceveranno una notifica, ma manterranno il pieno controllo sulla condivisione dei propri video. Si può scegliere di non condividere, di disattivare le notifiche, di ignorare completamente la richiesta come si fa con le email di marketing che si accumulano nella casella di posta. L’azienda precisa anche che le agenzie non hanno visibilità su chi riceve le notifiche o chi sceglie di rispondere, quindi almeno non sanno se ci si rifiuta di collaborare.
La parabola di Ring, da videocitofono a testimone…
Se si decide di condividere i propri dati Ring con Flock, questi vengono integrati nelle piattaforme FlockOS e Nova, che le forze dell’ordine useranno per la raccolta di prove e la risoluzione dei crimini. Ring afferma che nei prossimi mesi estenderà la funzione ad altri fornitori (chissà se arriverà mai in Italia?), e a impegnarsi in modo “proattivo” per la sicurezza pubblica.
“Proattivo” è una parola interessante. Suggerisce un’iniziativa volontaria, una scelta consapevole. Ma molti utenti hanno acquistato Ring per controllare le consegne o i visitatori, non per diventare parte di una rete di sorveglianza in cui ogni dispositivo può trasformarsi in un testimone e ogni registrazione in una prova.