Android in Italia, Google ci pensa troppo?

Android in Italia, Google ci pensa troppo?

La normativa italiana prevede che un concorso dal profilo industriale come quello di BigG possa essere indetto senza le tutele burocratiche del concorso a premi. Eppure, al momento, l'Italia è fuori
La normativa italiana prevede che un concorso dal profilo industriale come quello di BigG possa essere indetto senza le tutele burocratiche del concorso a premi. Eppure, al momento, l'Italia è fuori

Ma ha davvero senso che Google stia esitando a proporre in Italia il concorsone milionario per sviluppatori dedicato ad Android, una piattaforma che si candida a cambiare la telefonia mobile nel mondo?

Se lo chiedono in tanti in queste ore, e tra questi anche Guido Scorza , celebre avvocato esperto di cose della rete, che sul suo blog spiega come il contest di Google si possa considerare slegato da adempimenti finanziari e burocratici tipici dei “concorsi a premi”.

Questo si deve, spiega Scorza, all’art. 6 del D.P.R. 26-10-2001 n. 430 – Regolamento concernente la revisione organica della disciplina dei concorsi e delle operazioni a premio, nonché delle manifestazioni di sorte locali, ai sensi dell’articolo 19, comma 4, della L. 27 dicembre 1997, n. 449. – che sotto la rubrica “Esclusioni” afferma:

“Non si considerano concorsi e operazioni a premio:
a) i concorsi indetti per la produzione di opere letterarie, artistiche o scientifiche, nonché per la presentazione di progetti o studi in àmbito commerciale o industriale, nei quali il conferimento del premio all’autore dell’opera prescelta ha carattere di corrispettivo di prestazione d’opera o rappresenta il riconoscimento del merito personale o un titolo d’incoraggiamento nell’interesse della collettività”.

Poiché il contest, come ben sanno i lettori di Punto Informatico , ha come obiettivo proprio la realizzazione di applicazioni per la piattaforma di Google, è difficile individuare in questo il motivo della decisione di Google di escludere l’Italia .

L’azienda nei giorni scorsi ha spiegato che a rendere più difficoltoso l’avvio del contest in Italia sono proprio le procedure burocratiche e ha confermato ieri a Punto Informatico che sta facendo tutto quanto è possibile per far partire il concorso anche qui da noi.

In attesa che Google possa raccontare nei dettagli quali siano esattamente gli adempimenti che hanno creato questo ostacolo all’avvio in Italia, rimane da chiedersi, evidentemente, se le mille cautele e tutele previste dall’ordinamento italiano per iniziative di largo respiro non debbano essere riviste con urgenza .
Quello di Google è un evento specifico, naturalmente, ma in epoca di convergenza tecnologica, diffusione di Internet e abbattimento delle frontiere grazie al mezzo digitale, il rischio che gli italiani siano penalizzati da una normativa non sufficientemente aggiornata appare ancora una volta, anche in questo ambito come già in tanti altri, del tutto concreto.

Nel frattempo, come riferisce Google Italia, si tratta di attendere per veder partire il concorso. In molti si augurano che l’attesa duri poco, magari pochissimo.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
16 nov 2007
Link copiato negli appunti