Android in quattromila pezzi

Android in quattromila pezzi

Uno sviluppatore Android rende in forma grafica il grave problema della frammentazione dell'ecosistema mobile creato da Google. I dispositivi sono una miriade, e anche Mountain View vuole metterci del suo con Android 5
Uno sviluppatore Android rende in forma grafica il grave problema della frammentazione dell'ecosistema mobile creato da Google. I dispositivi sono una miriade, e anche Mountain View vuole metterci del suo con Android 5

Lo sviluppatore della “app” OpenSignalMaps ha deciso di mostrare in forma grafica il non indifferente problema della frammentazione tipica della piattaforma Android: il risultato è un grafico con mappe ad albero contenente migliaia di dispositivi diversi, che evidenzia come la maggior parte delle software house lasci fuori dalla porte una bella fetta di mercato supportando solo i dispositivi più recenti e potenti.

In particolare il grafico con visualizzazione gerarchica contiene 3.997 differenti versioni di ROM Android, comprese quelle personalizzate dagli utenti con installazioni custom. Con una tale varietà di dispositivi e modelli di hardware (smartphone e tablet) presenti sul mercato, supportare i 25 dispositivi più popolari (Samsung Galaxy SII è il più popolare) significa inibire l’accesso alla propria “app” a un buon 50 per cento dell’intero mercato di utenti Android.

I dati provenienti da OpenSignalMaps rappresentano necessariamente una visione limitata al marketplace dell’OS di Google, nondimeno si tratta di una immagine d’impatto per un’azienda che si ostina a definire la frammentazione una “ricchezza” e l’impossibilità di far girare le app dappertutto una possibilità di differenziazione.

E le cose andranno prevedibilmente peggio in futuro, se si riveleranno fondate le indiscrezioni del <em<Wall Street Journal secondo cui il prossimo Android 5.0 (“Jellybean”) verrà introdotto sul mercato con cinque diversi dispositivi “Nexus” (smartphone e tablet) realizzati con altrettanti partner OEM. Un cambio di strategia rispetto al passato, la volontà di rassicurare i produttori sulla “non ostilità” dell’acquisizione di Motorola Mobility e comunque l’ennesimo grattacapo introdotto da Google nell’ecosistema dell’androide verde.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 mag 2012
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