Nelle scorse ore, è emerso online un brevetto che ha come protagonisti i principali dispositivi di casa Apple realizzati in titanio. Allo stato attuale delle cose, l’azienda della “mela morsicata” offre già Apple Watch 7 realizzato in questo materiale, ben più pregiato delle varianti in alluminio e acciaio che si possono acquistare su Amazon in pronta consegna, e in passato c’era pure il PowerBook G45, ma nella nuova proprietà intellettuale si cercano ulteriori soluzioni in tal senso.
Apple: il titanio per la scocca dei dispositivi
Più precisamente, la domanda di brevetto descrive la possibilità di creare delle scocche in titanio per iPhone, iPad, Apple Watch e MacBook, come si evince dalla lettura dell’estratto tradotto in italiano presente di seguito.
I dispositivi elettronici portatili possono includere vari componenti operativi (ad es. display, processore, antenna, ecc.). Gli involucri per questi dispositivi elettronici portatili possono essere formati da vari metalli (ad es. alluminio anodizzato, ecc.) aventi un’elevata quantità di resistenza e rigidità per proteggere questi componenti operativi. Inoltre, è preferibile elaborare questi involucri in modo da conferire a questi involucri una finitura superficiale attraente. Tuttavia, tipi specifici di metalli, sebbene abbiano un’elevata quantità di resistenza e rigidità, sono anche difficili da lavorare per conferire una finitura superficiale attraente. Di conseguenza, è necessario implementare tecniche specifiche per la lavorazione di questi tipi di metalli.
Il brevetto prosegue andando a descrivere diversi approcci alla creazione di una superficie strutturata interessante che viene indicata come opaca. Da notare, a tal proposito, che al suo stato grezzo il titanio ha una finitura poco invitante e non lucida, per cui Apple sta esplorato diversi modi per conferire al materiale un aspetto più accattivante.
Un’altra cosa da tenere presente è che già tempo addietro, nel 2021, Apple aveva registrato un ulteriore brevetto in merito a una finitura semilucida del titanio. Insomma, che il gruppo di Cupertino nutra un discreto interesse per il materiale in questione è innegabile, ma resta da vedere in che maniera intenderà effettivamente servirsene, considerando che al momento si parla ancora “solo” di brevetti e che in quanto tali potrebbero non vedere un futuro concreto.