L’intero comparto dell’editoria rischia di essere messo in crisi da tecnologie come AI Overview di Google, che si appropriano dei contenuti pubblicati per farne una spremuta pronta da bere, riducendo i clic veicolati verso i siti di origine. Un problema di cui si discute da tempo, che il motore di ricerca ha provato in tutti i modi a negare, anche se i numeri parlano chiaro. Ora la denuncia è mossa da quella che, per definizione e meriti acquisiti sul campo, è una delle voci più autorevoli del web italiano: Salvatore Aranzulla.
25% di traffico in meno con l’arrivo dell’AI
In un’intervista concessa a Fanpage, l’imprenditore afferma che il suo sito ha subito un calo del traffico pari al 25% da quando l’intelligenza artificiale è entrata in azione. A qualcuno, magari non messo altrettanto bene in termini di posizionamento SEO, è andata anche peggio. La responsabilità è attribuita anche a tecnologie come Gemini, la nuova AI Mode (sempre di bigG) e ChatGPT.
E per chi online ci lavora, una contrazione delle visite si traduce inevitabilmente in una diminuzione degli introiti: meno clic in ingresso, meno pubblicità, meno risorse disponibili per mantenere operativo un progetto editoriale in modo sano e longevo.
Aranzulla può vivere di rendita, altri no
Aranzulla, che dice di gestire un team composto da 45 collaboratori, può contare su quella che definisce una struttura snella
: nessuna sede e autori freelance. Andrebbero poi fatte valutazioni di altro tipo sulla sostenibilità di un modello che poggia esclusivamente o quasi sul precariato, diffuso a macchia d’olio sul web.
Il problema non è per me. Se chiudiamo amen. Vivrò di rendita con i soldi accumulati negli ultimi 20 anni.
Chissà se l’intelligenza artificiale sarà in grado di spiegare ad Aranzulla l’unica cosa che ha confessato di non sapere: come risolvere un problema con la domotica di Bticino.