Gli audio privati di Raoul Bova: interviene il Garante Privacy

Gli audio privati di Raoul Bova: interviene il Garante Privacy

Aperta un'istruttoria da parte del Garante Privacy in merito agli audio privati del caso Raoul Bova, per accertare eventuali violazioni.
Gli audio privati di Raoul Bova: interviene il Garante Privacy
Aperta un'istruttoria da parte del Garante Privacy in merito agli audio privati del caso Raoul Bova, per accertare eventuali violazioni.

Il caso Raoul Bova ha tenuto banco tanto sulle pagine delle testate online quanto in TV e sulle bacheche dei social network. Ora si registra l’intervento del Garante Privacy, che annuncia l’apertura di un’istruttoria sulla distribuzione di una conversazione audio privata. L’obiettivo è duplice: raccogliere le informazioni necessarie per accertare eventuali violazioni delle regole sulla privacy e di quelle deontologiche dei giornalisti.

Garante Privacy apre istruttoria sul caso Raoul Bova

La vicenda è nota. Sono stati diffusi senza consenso scambi avvenuti mediante messaggi vocali tra l’attore e un’altra persona. Una volta trapelati, alcuni spezzoni sono stati ripresi e pubblicati dai siti. Quasi inevitabilmente, i contenuti sono poi finiti nel tritacarne dei social, trasformati in meme che l’Autorità definisce post, video e vignette dal tono ironico o denigratorio. Una volta lì, non è facile eliminarli: il rischio è quello di forzare l’eliminazione di uno per vederne comparire cento.

Il clamore mediatico suscitato ha spinto alcuni soggetti ad attribuire a se stessi o ad altri la responsabilità di quanto accaduto, finendo a loro volta (anche volutamente) sotto i riflettori. Una dinamica frutto dell’incrocio tra l’attrattiva di qualsiasi argomento riconducibile al gossip con al centro la vita privata di una celebrità e della volontà di monetizzare l’interesse morboso del pubblico.

A questo si aggiunge un avvertimento pubblicato nei giorni scorsi dal Garante e rivolto a tutti coloro che fanno uso dell’audio in questione o di suoi estratti: c’è la possibilità concreta di essere colpiti da sanzioni.

Non sappiamo se la minaccia sarà un deterrente efficace. Al momento, è sufficiente un giro sui social per rendersi conto che non è così. Come già avvenuto il mese scorso con l’intervento dell’Autorità sulla diffusione di un video che ritrae l’autopsia di Chiara Poggi, il rischio è quello di amplificare la circolazione di un contenuto anziché limitarla.

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Pubblicato il
7 ago 2025
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