Audio-riflessioni e prezzi dei CD

Audio-riflessioni e prezzi dei CD

di S. Tagliaferri. Tra Napster, diritti e rovesci d'autore, le majors annunciano prezzi per CD che sono poi disposti a tagliare per promozioni record. Davvero non si direbbe che tutelino gli autori delle opere in vendita
di S. Tagliaferri. Tra Napster, diritti e rovesci d'autore, le majors annunciano prezzi per CD che sono poi disposti a tagliare per promozioni record. Davvero non si direbbe che tutelino gli autori delle opere in vendita


Roma – Non c’è dubbio, la sentenza su Napster è la notizia di queste settimane, e ha spinto subito tutti a schierarsi: chi con le Major discografiche, accusando gli altri di pirateria e ladrocini vari; chi con Napster, accusando gli altri di monopolio, prezzi gonfiati, old economy e chi più ne ha più ne metta. Il fronte Online sembra un campo di battaglia degno di Napoleone, con i Paladini degli Artisti e i Difensori dello scaricamento a oltranza.

Ma intanto, su altri fronti, le Major discografiche stanno davvero agendo da “Paladini” degli Artisti? Fatevi un giro in edicola: oltre ai soliti settimanali con videocassetta allegata, da un po ‘ di tempo ci sono anche i settimanali con CD allegato. Non sono le solite serie della DeAgostini, Hobby&Works o similari, che comprendono titoli di modesto cabotaggio o compilation specifiche. No, qui stiamo andando sul pesante: Bruce Springsteen, Darkness on the edge of town; Santana, Abraxas; Franco Battiato, La Voce del Padrone. Titoli di notevole richiamo, titoli che hanno un grosso mercato, ma anche titoli di parecchi anni fa (per la precisione, 1978, 1970, 1982). Titoli che comunque, a un prezzo reale di 10.000 lire, considerata la differenza tra “settimanale-senza-allegato” e “settimanale-con-allegato”, vendono moltissime copie.

Un mezzo come un altro per rivitalizzare le vendite in un periodo di stanca, si sente dire in giro. Quelli proposti sono titoli di un catalogo a “medio prezzo” (leggi: 19-20mila lire) che hanno ormai un mercato ridotto.

Lascio la mia stanza, in cui stanno bene appollaiati svariati metri quadri di CD, e ripasso davanti all’edicola: un settimanale con CD accluso oggi espone in bella vista “questa settimana: Decenni di Amedeo Minghi”. Oops!, non mi tornano più i conti. Fino alla settimana scorsa il suddetto CD era disponibile solo nei negozi, e a prezzo pieno (35-40mila); è un disco recente, il penultimo della discografia di Minghi, ha due anni.

Care Major discografiche, a che gioco giochiamo? Paladini degli “Artisti”
e poi li mettete a 10mila lire? Nel giro di due anni un CD può passare dal prezzo pieno alle 10mila lire dell’edicola? Pare di sì, visto che lo fate. Dove sta la truffa? Prima o dopo?

E allora perché non tagliare i prezzi in modo serio – visto che si può fare, lo avete appena dimostrato – e spedire tutto il catalogo “medio prezzo” a 10.000 lire? E il catalogo “alto prezzo” a 25-30mila lire? Gli Artisti non dovrebbero aver ragione alcuna per lamentarsi, in fin dei conti si venderebbero più CD originali, no? O i diritti d’autore su queste copie in edicola non vengono pagati come gli altri?

Voi Major avreste meno preoccupazioni dalla copia abusiva: se il CD è in vendita a 10mila lire, chi ha interesse a scaricarsi gli MP3, o di cercare il banchetto dei piratoni al solito mercatino rionale?

Colmo dei colmi, sarebbero felici anche i negozianti di dischi. Già le videocassette in edicola hanno ucciso il mercato regolare dei film in vendita – non so se avete notato, ma in edicola è gia passato TheMatrix -, se rimettete a posto i prezzi dei CD il mercato della musica stampata può tornare a vendere centinaia di migliaia di copie nei negozi, alla faccia di Napster e dello swapping online. Potete farlo, perché già lo fate, in piccolo. Fatelo, avete solo da guadagnarci, e tanto.

Stefano Tagliaferri

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Pubblicato il
21 feb 2001
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