L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una sanzione di 4,2 milioni di euro a Sky Italia per tre pratiche commerciali scorrette. Due riguardano gli aumenti del costo dell’abbonamento (pacchetti TV e NOW), mentre la terza è relativa alle offerte di customer retention promesse, ma non applicate.
Comunicazioni ingannevoli e offerte inesistenti
In seguito alle numerose segnalazioni ricevute dal mese di maggio 2024, AGCM ha avviato il procedimento il 25 febbraio 2025, contestando a Sky Italia la possibile violazione del Codice del consumo con le suddette tre pratiche commerciali scorrette. La società di Milano ha proposto alcuni impegni per ottenere la chiusura del procedimento, ma sono stati respinti.
La prima pratica scorretta riguarda le modalità di comunicazione degli aumenti dei costi degli abbonamenti ai servizi TV (pacchetti Sky Sport e Sky Calcio). Le variazioni delle condizioni contrattuali a partire dal 1 giugno 2024 sono state comunicate nella fattura, ma solo nell’ultima pagina e con caratteri di piccole dimensioni. Secondo l’autorità antitrust, tali modalità sono ingannevoli, in quanto la comunicazione è scarsamente visibile, essendo “nascosta” in mezzo ad altre informazioni. La sanzione per questa pratica è 2 milioni di euro.
La seconda pratica scorretta riguarda NOW. Per le offerte commercializzate tra aprile 2021 e giugno 2023 era stato utilizzato il claim “finché non disdici“. Gli utenti hanno quindi creduto che il prezzo (promozionale) sarebbe stato applicato per sempre, in assenza di disdetta. In realtà è stato aumentato a luglio 2024. Per questa pratica è stata inflitta una sanzione di 800.000 euro.
Infine, la terza pratica scorretta è relativa alle offerte di customer retention. Dopo aver comunicato l’intenzione di recedere dal contratto, diversi consumatori hanno ricevuto da Sky nuove offerte molto vantaggiose, indicate anche nelle email di riepilogo del rinnovo contrattuale. Tali sconti sul prezzo di listino non erano tuttavia presenti nella fattura. Sky ha dichiarato che ciò era dovuto a problemi software o errori degli operatori del call center. La sanzione per questa pratica è 1,4 milioni di euro.
Questo è il commento di Sky Italia:
Siamo stupiti di questa sanzione dell’Autorità, perché arriva nonostante le azioni messe in campo da Sky con l’obiettivo condiviso di rafforzare ulteriormente la trasparenza dei processi aziendali e di porre sempre il cliente al centro. Restiamo convinti della correttezza del nostro operato e valuteremo tutte le azioni necessarie nelle sedi più opportune.
La società milanese può presentare ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni.