Bibbia digitale, la storia è online

Bibbia digitale, la storia è online

Disponibile online il manoscritto biblico più antico del mondo. Un Amen dagli studiosi della rete
Disponibile online il manoscritto biblico più antico del mondo. Un Amen dagli studiosi della rete

È dalla nascita del Progetto Gutenberg che i lettori di tutto il mondo sentono parlare di libri in formato digitale, o più semplicemente ebook. Da racconti di fantasia come “Passaggio per il nulla” di Stephen King all’antichissimo Codex Sinaiticus, considerato il testo biblico più lontano nei secoli . A partire da questo monento, visitando il sito Codexsinaiticus.org , studiosi e curiosi potranno sfogliare liberamente più della metà di un manoscritto scritto 1.600 anni fa.

“Il Codex Sinaiticus rappresenta una finestra sugli sviluppi della prima cristianità – ha spiegato Scot McKendrick, direttore del dipartimento manoscritti occidentali della British Library – ed è uno dei più grandi tesori scritti del mondo”. È proprio la British Library ad aver tradotto in digitale circa 300 delle 800 pagine rimaste del testo, guidando un progetto collettivo iniziato nel 2005 con l’obiettivo di “riunificare virtualmente” la Bibbia. Parti differenti dell’antica pergamena sono state curate dal Monastero di Santa Caterina nel Sinai, dalla Biblioteca Nazionale Russa e dalla biblioteca dell’Università di Leipzig in Germania.

“La disponibilità del manoscritto virtuale per lo studio di ricercatori in tutto il mondo – ha aggiunto McKendrick – regala loro un’opportunità di collaborazione che non sarebbe stata possibile appena qualche anno fa”. Il Codex Sinaiticus risale al quarto secolo e, più precisamente, al tempo del regno romano di Costantino che diede avvio ad un’alleanza con la Chiesa Cristiana. Le oltre 1.400 pagine iniziali del testo, tuttavia, sono state scritte in Grecia da quattro monaci amanuensi su pelle animale, anticamente chiamata vellum.

Ora, i tanti frammenti rimasti potranno essere analizzati sul sito, dando al lettore la possibilità di visualizzarli con due tipologie di luce: distribuita o angolare, per meglio mettere a fuoco i dettagli. Non ci saranno più segreti, dunque, per un’opera fondamentale trovata per la prima volta nel 1844 proprio nel Sinai. Gli studiosi concordano che è stata l’aria del deserto a permettere al codice di preservare le più antiche parole esistenti dei quattro evangelisti.

Il progetto si è rivelato un altro passo in avanti verso una conoscenza sempre più globale e digitalizzata. Recente è stato, infatti, il lancio da parte della stessa British Library di oltre due milioni di pagine online contenenti quotidiani britannici del 1800. Ancor prima, la Biblioteca Reale di Torino aveva presentato la realizzazione elettronica ed interattiva del Codice del Volo di Leonardo Da Vinci.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
8 lug 2009
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