Big Brother Awards, i vincitori

Big Brother Awards, i vincitori

Assegnati a Firenze i premi del concorso organizzato dal Progetto Winston Smith. Trionfa Facebook, nell'edizione caratterizzata dal secondo trofeo ritirato nella storia dell'evento
Assegnati a Firenze i premi del concorso organizzato dal Progetto Winston Smith. Trionfa Facebook, nell'edizione caratterizzata dal secondo trofeo ritirato nella storia dell'evento

Alla fine, com’era prevedibile vista l’aria che tira, Facebook ha vinto a mani basse : quattro dei sei premi Big Brother Awards , assegnati da Progetto Winston Smith per il sesto anno consecutivo in Italia durante il convegno e-privacy 2010 , sono andati al social network in blu. Nessuna sorpresa o quasi durante la cerimonia di premiazione, anche se quest’anno non sono mancati i colpi di scena: dalla prevista comparsa di Jabba the Hutt a ritirare i trofei non ritirati dai vincitori, alla insperata consegna di uno scarpone d’oro a uno dei fortunati selezionati dalla giuria.

Jabba ritira i premi Come detto, a questi BBA 2010 Facebook l’ha fatta da padrone : dopo essersi accaparrato in anticipo il poco ambito appellativo di “lamento del popolo”, l’azienda di Marc Zuckerberg si è vista assegnare dalla giuria anche il titolo di “peggior azienda privata”, “tecnologia più invasiva” e “minaccia da una vita”. Nelle motivazioni per il conferimento si legge che “malgrado il look and feel trendy ed informale di quest’azienda, il suo comportamento reale nei confronti degli utenti continua ad essere, per usare un eufemismo, deludente”. Il premio quadruplo, non ritirato da Facebook, è in vendita su eBay : il ricavato sarà devoluto all’associazione Progetto Winston Smith, che cura i Big Brother Awards italiani.

I riferimenti a Facebook non sono mancati nel corso del convegno: i relatori succedutisi all’interno della Sala delle Miniature di Palazzo Vecchio, nel capoluogo toscano, hanno più volte invocato il nome del social network per trattare di normative relative alla privacy, al conferimento dei dati personali, al loro trattamento e alla loro protezione. Quello della privacy, in ogni caso, non è un problema che riguardi esclusivamente Facebook : la questione è senz’altro più ampia, come dimostrano le relazioni di giuristi e tecnici presentate nelle due giornate fiorentine, e la carenza di una chiara legislazione in materia complica ulteriormente il quadro.

È il caso delle telecamere di sorveglianza (CCTV), la cui efficacia e il cui scopo è stato messo in discussione dalla interessante relazione di Epto di Tramaci.org sul progetto Anopticon , ormai portato avanti in oltre 10 città italiane. O delle questioni che ruotano attorno al diritto all’oblio, alla behavioral privacy, all’ habeas data , ampiamente dibattuti dagli avvocati Guido Scorza (Istituto per le politiche dell’innovazione), Pierluigi Perri (Università Statale di Milano) e Monica A. Senor (Studio Legale Catalano Penalisti Associati). Il ruolo dello Stato, ovvero in questo caso dell’AGCOM, è stato invece analizzato dall’avvocato Carlo Blengino.

Il problema, è un’ipotesi azzardabile al termine delle due giornate di studio, è l’eccessiva distanza tra il legislatore, il netizen e il resto della società civile: le regole applicate nella vita reale differiscono, per ovvie ragioni di confine e di strumenti, da quelle in vigore in modo ufficioso nel cyberspazio. Senza contare che, come dimostrato dalle tecnologie e dagli esempi mostrati da Matteo Flora ( The Fool ), su Internet circolano – alla totale insaputa dei rispettivi soggetti proprietari – veri e propri torrenti di informazioni personali totalmente aggregabili , statisticamente analizzabili e utili a ricostruire (in modo esplicito o indiretto) abitudini dei navigatori o tendenze dell’opinione pubblica . Chiunque oggi può attingere all’oceano di Internet per i propri scopi, non necessariamente violando la legge ma semplicemente esercitando la propria intelligenza e immaginazione in settori ancora poco regolamentati o sfuggevoli.

Una buona notizia è arrivata dal tavolo del convegno quando è stato annunciato che Mixminion , sistema di remailing anonimo che vegetava in uno stato di parziale abbandono dopo la nascita di TOR, gode ora dell’attenzione di un team (per il momento) tutto italiano , che si è offerto di curarne lo sviluppo restante. A tal proposito, Giovanni Federighi in rappresentanza del nuovo gruppo di lavoro ha lanciato un appello per reclutare altri volenterosi.

Gli altri premi BBA, ovvero “peggiore ente pubblico” e il neonato “neolingua e bispensiero”, sono andati rispettivamente alle ASL (aziende sanitarie locali) e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi . Le prime, “si sono sempre distinte per una informatizzazione spinta, non coordinata ed a macchia di leopardo, con scarsa attenzione alla sicurezza, che ha spesso portato in passato a clamorose violazione della privacy dei pazienti”: a sorpresa, uno dei partecipanti al convegno si è offerto di ritirare il premio a nome di tutte le ASL italiane, affermando da dipendete di una di esse di essere consapevole del problema e di essersi da sempre impegnato per sensibilizzare la dirigenza del suo distretto sulla questione. È la seconda volta nella storia dell’award che un premio viene ritirato.

Al Presidente del Consiglio è invece andato un riconoscimento per “come ha impostato la sua figura di comunicatore da quando è diventato anche uomo di governo – spiegano i giurati nelle motivazioni – Tratto saliente del suo profilo comunicativo è stato il continuo esercizio del bispensiero nella maggior parte delle sue comunicazioni mediatiche. Il bispensiero é la capacità che in 1984 il Grande Fratello instillava nella gente, quella cioè di poter credere contemporaneamente veri concetti opposti (…) Il Grande Fratello aveva avuto bisogno di creare la Neolingua, mentre lui c’è riuscito impiegando solo l’italiano!”.

Infine, il premio “Winston Smith – eroe della privacy” quest’anno è stato assegnato a Punto Informatico : la giuria ha ritenuto che PI sia “stata l’unica testata giornalistica italiana a diffusione nazionale a pubblicare con continuità interventi volti alla difesa della privacy e dei diritti civili in Rete”, contribuendo così da anni al dibattito necessario alla presa di coscienza dei “problemi legati agli usi ed agli abusi della tecnologie della Rete”.

la targa per Punto Informatico, vincitore del premio Winston Smith 2010 ai BBA

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Pubblicato il 1 giu 2010
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