Un nuovo motore di ricerca di BigG è stato lanciato, un po’ in sordina, da Google UK. Si tratta di Google Internet Stats , una raccolta dei dati statistici diffusi sul Web, raccontati a mo’ di pillole cinguettanti. Una risorsa che semplifica la giornata agli addetti ai lavori.
I settori interessati sono cinque: tendenze macroeconomiche, tecnologia, dati di consumo, media e loro utilizzo. All’interno di ciascuna macro-area sono disponibili altri sommari: così ad esempio se si è interessati ai dati relativi all’uso dei social network, le ultime statistiche si troveranno sotto la voce apposita nella categoria Community.
Come già detto, le statistiche sono riportate in forma breve con l’indicazione della fonte. Ed è proprio il numero di fonti ciò che salta all’occhio nella homepage di Internet Stats. Si tratta di moltissimi soggetti, tra cui BusinessWeek, Wall Street Journal, Guardian e Times.
Il nuovo motore di ricerca dà anche la possibilità a chi lo volesse di aggiungere nuove statistiche attraverso un form da compilare, e c’è già chi si augura che BigG decida di allargare l’esperimento britannico a tutti i domini Google del mondo.
Federica Ricca
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Mostrare i pericoli in rete non serve
Prendiamo per esempio le campagne che fanno all'estero contro i rischi che si corrono guidando ubriachi, strafatti, e inviando SMS mentre si guida.Nonostante sia piu' che evidente che siano comportamenti scriterati, nonostante siano evidenti le immagini delle conseguenze (lamiere accartocciate, etc...) la gente continua sempre a morire andandosi a schiantare contro i platani correndo a 200 Km/h per le vie della citta' (cronaca di oggi).E quindi, tornando all'articolo, chi credono di intimorire con queste campagne contro i pericoli informatici? Gente che manco sa che sistema operativo monta il proprio sistema?E non parlo di utonti domestici, parlo dei responsabili aziendali, quelli che dovrebbero decidere / mettre a budget le spese per la sicurezza informatica dell'azienda.panda rossaRe: Mostrare i pericoli in rete non serve
- Scritto da: panda rossa> Prendiamo per esempio le campagne che fanno> all'estero contro i rischi che si corrono> guidando ubriachi, strafatti, e inviando SMS> mentre si guida.Statisticamente una persona giuda piu' prudentemente dopo aver visto immagini di incidenti stradali, avevano fatto dei test a riguardo anni fa.> Nonostante sia piu' che evidente che siano> comportamenti scriterati, nonostante siano> evidenti le immagini delle conseguenze (lamiere> accartocciate, etc...) la gente continua sempre a> morire andandosi a schiantare contro i platani> correndo a 200 Km/h per le vie della citta'> (cronaca di oggi).> E quindi, tornando all'articolo, chi credono di> intimorire con queste campagne contro i pericoli> informatici?> Gente che manco sa che sistema operativo monta il> proprio> sistema?> E non parlo di utonti domestici, parlo dei> responsabili aziendali, quelli che dovrebbero> decidere / mettre a budget le spese per la> sicurezza informatica dell'azienda.Si spera che magari qualcuno di loro possa essere colto da curiosita' o quanto meno assimilare passivamente delle buone abitudini.kraneRe: Mostrare i pericoli in rete non serve
- Scritto da: krane> Si spera che magari qualcuno di loro possa essere> colto da curiosita' o quanto meno assimilare> passivamente delle buone> abitudini.Direi che un SO non si decide per curiosità...Direi che i SysAdmins dovrebero essere scelti per capacità e non nel mucchioDirei che le grandi aziende dovrebbero procurarsi CTO in grado di distinguere una panda da un pc e non presi a caso solo perche imparentatiDirei che a chi decide non gliene frega nulla, altrimenti spenderebbero 2 soldi per cercare di essere competitivi sotto tutti i punti di "vista"quotaRe: Mostrare i pericoli in rete non serve
- Scritto da: quota> Direi che le grandi aziende dovrebbero procurarsi> CTO in grado di distinguere una panda da un pc e> non presi a caso solo perche> imparentatiIn Italia e' un utopiaskyeyeGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiFederica Ricca 11 09 2009
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